Noto - Negli ultimi anni, il golfo di Noto è vittima di una implacabile quanto continua erosione costiera che si divora milioni di metri cubi di sabbia su tutto il litorale che parte da Avola marina fino a San Lorenzo.
Tratti di spiaggia rischiano di scomparire, pregiudicando la tenuta di diverse infrastrutture e in qualche caso persino di piccoli centri abitati, così come è accaduto qualche anno fa proprio al Lido di Noto, con il crollo della strada principale inghiottita dalle onde.
«L'acqua è sempre limpida e cristallina, ma la sabbia è sparita», commenta chi, alle località radical chic di Vendicari ed Eloro, preferisce le più popolari "scalette" del lungomare. «La domenica o nelle settimane di agosto trovare posto al sole è diventato quasi impossibile, non c'è spazio per piantare un ombrellone o stendere un telo da mare. Nessuno di noi si ricorda una situazione così». Anche le villette che un tempo erano a distanza di sicurezza dal mare, oggi sono pericolosamente esposte alle mareggiate.
Secondo recenti studi di Legambiente, il 42% delle spiagge italiane è in erosione. La Sicilia, con il 28% circa dei suoi litorali esposti al rischio, rappresenta una delle regioni più colpite dal fenomeno nonostante si trovi, in termini relativi, al di sotto della media nazionale. Ancora oggi gli interventi di protezione riguardano il posizionamento di frangiflutti, barriere sommerse o semi sommerse e contestualmente con la ricostruzione delle spiagge con il cosiddetto "ripascimento morbido" con sabbie prelevate in mare.
Per dissipare ogni dubbio e per evitare facili strumentalizzazioni politiche, il primo cittadino di Noto, Corrado Bonfanti, preferisce mettere subito le cose in chiaro. «C'è un provvedimento, prodotto e depositato circa un anno fa dal Comune di Noto, che giace negli uffici dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente. In quelle carte si chiedeva l'aggravamento del rischio di erosione di tutta la costa del Val di Noto fino al massimo livello (r4) per poter accedere ai finanziamenti europei in ambito di rifacimento delle coste sabbiose. Mancava solo il sopralluogo del tecnico dell'Arta, ma il turnover dei dirigenti negli uffici della Regione ha determinato lo spostamento ad altre mansioni del responsabile del servizio che stava seguendo la nostra pratica».
Insomma, le classiche pastoie che rallentano l'iter burocratico e che alimentano l'inevitabile rimpallo di responsabilità. «È chiaro che la tutela della costa e la salvaguardia delle spiagge per noi sono una priorità - spiega il sindaco - Siamo riusciti a mettere in sicurezza la strada crollata in zona Falconara con un intervento in superficie e con il posizionamento di alcuni frangiflutti in mare che, per un breve periodo, garantiranno la zona. Con i fondi residui faremo partire un altro intervento simile nei pressi della ex Colonia. Ma per ottenere azioni e risultati duraturi dobbiamo muoverci in sinergia con la Regione in termini di progettazione e programmazione per i fondi comunitari 2014-20».
Dal canto suo l'assessore regionale al Territorio e ambiente, Mariarita Sgarlata si dice «disponibile ad ascoltare e a colmare le distanze tra le realtà locali e governo centrale della Regione», ma avverte: «Rimbocchiamoci tutti le maniche senza lamentarci a prescindere, perché nella prossima programmazione ci sono grandissime possibilità economiche per salvare le nostre coste».
L'assessore non ci sta a fare da capro espiatorio: «Non si può pensare di scaricare sulla Regione un problema così grande come quello dell'erosione costiera dove, oltre alle cause ambientali, pesa anche l'antropizzazione selvaggia dell'uomo che con i suoi interventi spesso è riuscito a modificare irreparabilmente pezzi di costa. Non è da noi che devono arrivare le soluzioni specifiche, ma possiamo farci portavoce delle istanze dei singoli territori, mettendo a disposizione le nostre competenze. Ai cittadini, invece, dico di andare a bussare alla porta dei sindaci perché sono loro che fanno richiesta di accesso ai fondi comunitari».
Ma apre al dialogo: «Sono disponibile a incontrare subito gli amministratori locali della zona di Noto e Avola, così come ho fatto a Vulcano per il problema delle sabbie nere, a istituire tavoli tecnici o a intervenire con i nostri esperti. Posso farmi promotrice di un incontro al Comune di Noto con tutti gli operatori per mettere a punto e definire la nuova strategia di pianificazione europea, dove ci giocheremo molto del nostro futuro proprio sugli "Obiettivi 5 e 6" che riguardano la "Mitigazione del rischio idrogeologico" (misura nella quale sono compresi gli interventi di recupero delle spiagge) e la "Tutela della biodiversità" (misure che riguardano i parchi e le riserve). C'è già una parte del mio assessorato, diretta dalla dottoressa Bottino, riservata alla programmazione comunitaria».