Dopo i cerotti copiati dai gechi, i nanotubi di carbonio per diventare come l'uomo ragno, e la fibrina per suturare meglio le ferite, una nuova supercolla arriva questa volta dalle cozze.
Ispirati dalle proteine che secernono questi mitili, che sono degli adesivi naturali, i ricercatori del Massachussets Institute of Technology (Mit) hanno progettato un nuovo materiale resistente all'acqua e in grado di riparare le navi, o aiutare a guarire ferite e incisioni chirurgiche.
Come spiega lo studio coordinato da Chao Zhong e pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology, si è arrivati allo sviluppo di questa colla ultraresistente grazie all'uso di un particolare batterio impiegato come «mini-fabbrica».
In sostanza i ricercatori del Mìt hanno progettato un batterio dell'Escherichia coli, in grado di produrre un materiale ibrido che incorpora le proteine appiccicose delle cozze con quelle batteriche presenti nelle bio-pellicole.
Una volta combinate insieme, queste proteine hanno formato una colla idroresistente ancora più forte di quel la secreta naturalmente dai mitili.
La supercolla è stata messa alla prova con il microscopio a forza atomica.
In questo modo si è verificato che è in grado di attaccarsi ai bordi di tre diversi materia, quali silicone, oro e polistirolo.