Attualità Ragusa

La difesa del Creato tra gli alberi e le dune di Randello

Un'iniziativa della Diocesi

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Ragusa - La classica cicca di sigaretta abbandonata dal cretino di turno sulla spiaggia di San Leone arriverà prima o poi ad insozzare la sabbia dorata della selvaggia spiaggia di Randello o quella “civilizzata” di Marina di Ragusa. Come il sacchetto di plastica lasciato sulla scogliera davanti casa di Montalbano a Punta Secca si presenterà puntale, coi tempi della natura s’intende, sull’arenile della Marza – per quanto ne rimane - o di Palo Bianco coi suoi “pennelli” in muratura incerta.
Non se ne esce: la tutela dell’ambiente naturale – latu sensu – è direttamente connessa alla qualità della vita degli umani.
Estrema ed egoistica – quanto comprensibile – sintesi degli insegnamenti ammanniti agli oltre cento – molti bambini (e per fortuna) – che su invito della Diocesi di Ragusa (Ufficio dei problemi sociali e del lavoro) hanno trascorso domenica 19 ottobre (ma con condizioni meteo tipiche del primo settembre) all’interno della riserva naturale di Randello, gestita dalla Forestale.
Un giorno all’aria aperta per conoscere (o conoscere meglio) la gestione della particolare riserva forestale in riva al mare, letteralmente nata cinquanta anni fa sulle dune di sabbia gialla, il suo vivaio, la enorme spiaggia e le alte dune, con flora e fauna particolarissime, parti connesse strettamente ad un fragile equilibrio sempre sottoposto ad attacchi, più o meno diretti, da parte di cemento ed asfalto, plastica e immondizia in genere.
Paolo Urso, il Vescovo, ha dato il via alla giornata con un saluto ai partecipanti nel quale ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa locale che si inserisce nella più ampia organizzazione della “Giornata del Creato”, giunta alla sua nona edizione. A seguire cinque tappe in altrettanti punti della riserva. Pippo Re, agronomo, ha introdotto sulla importanza della zona alberata di Randello, poi Tullio Serges, funzionario della Forestale, che ha spiegato le attività che si svolgono a Randello, soprattutto con riferimento al vivaio di specie autoctone; a seguire Nino Duchi, biologo, che ha illustrato le peculiarità della zona dunale e a seguire il biologo marino Davide Campo che ha invece puntato l’attenzione sull’importanza (che sfugge ai più per evidenti motivi) della qualità dell’acqua del mare. Ultima tappa e ultima relazione quella svolta sotto le fronde di grandi conifere ed altissimi eucalipti dal professore Giampaolo Schillaci, agronomo dell’Università di Catania. Conclusioni affidate a Renato Meli, responsabile dell’Ufficio diocesano pastorale del lavoro.
Una giornata che ha permesso ad un vasto gruppo di cittadini di conoscere e conoscersi, e di ascoltare e parlare, apprezzare e chiarire. Una giornata di quelle che possono – solo volendolo – contribuire a rendersi edotti e saggi, sulla via indicata più volte dall’Episcopo ragusano che mostra il volto chiaro e apprezzato della Chiesa moderna, al passo coi tempi e sovente punto di riferimento per quella fascia di popolazione che resiste e lotta per avere una “speranza” di un mondo migliore.


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