Ispica - Il 21 dicembre prossimo il Partito democratico di Ispica sceglierà il suo candidato sindaco per le Elezioni Amministrative di primavera. Nell’arco di un mese avremo modo di parlare di programmi, di cosa, chi mi sostiene ed io, pensiamo di fare per ricostruire Ispica. Oggi, nel consegnare alla “rete” l’ufficializzazione della mia corsa alle Primarie, considero importante fissare alcuni punti fermi che caratterizzano la nostra scelta. Ispica non deve perdere un’occasione di Cambiamento vero e deve avviare politiche serie di risanamento finanziario e di razionalizzazione dei costi senza infierire in modo indegno sui cittadini inermi, sulle famiglie, sui dipendenti comunali, sulle categorie produttive, sui più deboli come l’Amministrazione in carica sta facendo. Ispica ha bisogno di politiche progressiste: il pubblico deve venire prima del privato, i diritti (da quelli di cittadinanza ai diritti civili a quelli degli animali) devono essere riconosciuti, il più debole deve essere difeso e tutelato, sempre e comunque, i costi della politica, fatti di indennità e privilegi medievali, vanno abbattuti, la Politica deve essere un servizio e non una professione. Abbiamo bisogno di politiche per il territorio che tengano conto della sua varietà: c’è un centro urbano da riqualificare per buona parte (pensiamo al centro storico), una fascia costiera da difendere e rilanciare, una zona rurale completamente dimenticata. Stiamo lavorando alla formazione di una squadra di persone competenti e coraggiose, non necessariamente di partito, con le quali dare speranza di cambiamento ed imprimere una svolta. La vera scommessa sarà quella di dare fiducia alla città che è ricca, ricchissima, e che le politiche dissennate di un centro-destra ormai senza idee e senza prospettive hanno mortificato.
Ispica è stata storicamente una “città-modello”, non per niente ha avuto il titolo di “città”: dobbiamo tornare ad esserlo, a cominciare dalla definizione di un progetto di sviluppo che punti sul territorio e le sue vocazioni, la nostra identità storica e culturale, l’innovazione, la legalità intesa come precondizione per fare tutto il resto. Chi ha avuto parte nel determinare le scelte che hanno fatto precipitare la città nel baratro finanziario e politico si deve mettere da parte. In un sistema democratico deve vigere l’alternanza: l’opposizione fa l’opposizione e deve candidarsi a governare. La mia azione politica degli ultimi anni, culminata con il mio ruolo di segretario cittadino del Pd dal 2010 al 2013, è stata improntata a questo, senza tentennamenti, ambiguità e ammiccamenti di sorta, dando all’opposizione del Pd grinta, carattere e coraggio nel dire che il re era nudo, quando tutti, anche dall’opposizione, avevano un riverente e servile timore ad affermarlo.
Mi sto rendendo conto che più della difficoltà del compito in sé, legato alla bancarotta del Comune, la partita vera è quella del Cambiamento, scritto con la “C” maiuscola, e del dimostrare con i fatti che ad Ispica c’è un centro-sinistra affidabile, credibile, forte in identità e principi che faccia dimenticare gli anni bui della sfiducia ai propri sindaci, delle candidature a sindaco annunciate e ritirate, delle congiure di bassa lega politica. Dobbiamo aprire un nuovo file, dobbiamo “cambiare verso” nel partito, nel centro-sinistra, nella città.
Amo ripetere che faccio politica da anni e me ne interesso da sempre: forse è per questo che non mi fanno paura le sfide cui vado incontro con la mia candidatura. Né mi condiziona il silenzio dei tanti che potrebbero prendere con le mani il loro destino di uomini liberi, e che come me amano la loro città, per riscattarla. La scommessa è quella di fare comprendere a loro e a tutti che il Cambiamento è possibile.
Saremo convincenti e vincenti se il Cambiamento lo faremo nei fatti e non ci limiteremo a predicarlo
di Gianni Stornello
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