Scicli - Scicli. Sciopero della fame, e nei limiti dell'umana resistenza, della sete. Fino a quando il sindaco Franco Susino non si dimette. E' l'ultima tegola che, in ordine di tempo, si abbatte su una Giunta che sta lottando strenuamente per restare al suo posto. Domenico Corso, attivista sciclitano del movimento Cinque Stelle, si è appeso un cartello al collo e ha annunciato così la più clamorosa delle proteste. I grillini hanno tempestato di sms i cellulari con tanto di foto e questo messaggio pubblicato sulla pagina ufficiale del Movimento: «Da ieri mattina un libero cittadino sciclitano Domenico Corso, ha iniziato lo sciopero della fame e parzialmente della sete per protestare contro l'incocludenza politico/amministrativa del sindaco Susino, della Giunta e del Consiglio comunale tutto. Invitiamo tutti i cittadini sciclitani che condividoo la protesta di Domenico, a dare voce al proprio disagio sostenendo questa iniziativa».
Intanto, voci di corridoio confermano che due assessori, Lina Basilico e Gianni Trovato, con deleghe rispettivamente ai Servizi sociali e al Bilancio, lunedì 24 novembre lasceranno l'esecutivo, rassegnando le dimissioni. Gli assessori non confermano né smentiscono. Troppo poco per il signor Corso, che mira invece alle dimissioni del sindaco Susino. Sul fronte delle indagini gli inquirenti continuano le indagini. Nei giorni scorsi hanno acquisito gli atti relativi al campo sportivo finanziato dal ministero dell'Interno nel 2011, che doveva sorgere a Donnalucata, e che non è mai stato costruito, nonostante il Comune abbia incamerato un finanziamento di 509 mila euro. Il campo era stato finanziato grazie al progetto, ironia della sorte, denominato «Io gioco legale». E un altro filone di indagini riguarda invece un contratto di locazione con valore retroattivo, che l'Ente ha stipulato con un privato che ai tempi della stipula era assessore anche se non ha mai fatto parte della squadra del sindaco Susino.
Le indagini mirano ad appurare come è possibile che il Comune abbia stipulato, in epoca ante Susino, un contratto con valore retroattivo a un prezzo competitivo, a favore di un imprenditore che ai tempi era in palese conflitto di interessi. E tra una notizia negata, una sfuggita e una smentita, resta la nota di colore del signor Corso, che ha deciso di tagliarsi i viveri in attesa che le poltrone di Palazzo di città si svuotino.
Sciopero fame e sete finchè Susino non si dimette
Un articolo di Franca Antoci su La Sicilia
di Franca Antoci
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