Palermo - Lo scontro si annida tra i contributi del bando dell’ex tabella H. I fondi sono stati tagliati da 16 a 10 milioni e c’è chi alza le barricate. Sul piede di guerra ci sono soprattutto le associazioni che fanno riferimento ai Beni culturali, penalizzate a causa di una doppia scrematura che ha notevolmente ridotto le cifre destinate a loro. Domani in giunta si prevede un braccio di ferro. Tredici enti, tra fondazioni e musei, hanno firmato un documento in cui si annuncia la morte di molte realtà se la linea della Regione continuerà a essere quella prospettata in questi giorni.
«Le istituzioni culturali siciliane versavano già in condizioni molto critiche — si legge — la nuova manovra ipotizzata dal governo regionale, che comporterebbe un’altra drastica riduzione dei finanziamenti, assesterebbe un colpo mortale a musei, archivi storici, gallerie, biblioteche, fondazioni e istituti di ricerca», scrivono tra gli altri l’istituto Gramsci, il centro studi Pio La Torre, la fondazione Ignazio Buttitta. Gli enti che fanno riferimento ai Beni culturali hanno subito un doppio taglio, il primo all’interno del dipartimento, l’altro in giunta. Una discriminazione, come ha segnalato il Bilancio. L’assessore competente, Antonio Purpura ha assicurato di riproporre al governo regionale la «necessità di una revisione delle somme assegnate con un provvedimento che in qualche caso è eccessivamente penalizzante».
Non tutti sarebbero stati tratti allo stesso modo, secondo i firmatari del documento che non utilizzano mezzi termini: o i soldi o si chiude. «Se prima l’esigenza di razionalizzare l’impiego delle risorse poteva avere qualche giustificazione — si legge nel testo — ora vanificherebbe lo sforzo che le istituzioni vanno compiendo per elevare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti. Senza un sostegno adeguato e nell’incertezza di potere riscuotere in tempi utili il contributo per il 2014 sono quindi costrette ad annunciare sin da ora la chiusura con grave danno per la cultura e per l’immagine della Sicilia».
È più che un rischio e le chiusure coinvolgerebbero decine e decine di dipendenti che potrebbero restare a casa. «Trovo positiva l’eliminazione della tabella H nell’ottica della razionalizzazione — sostiene Franco Nicastro della fondazione
Mandralisca — ma si è passati dai tre milioni e mezzo destinati agli enti dei Beni culturali a un milione e sei. Questo sta creando scompiglio e difficoltà. E l’orientamento è quello di tagliare di un altro 35 per cento. Siamo d’accordo con la spending review — continua — ma non può essere fatta in maniera indiscriminata danneggiando chi lavora seriamente e promuove la cultura, alimentando un indotto non secondario».