Attualità Ragusa

Un pranzo con Vinicio Capossela da Alberto il mago del pesce

In questi giorni il locale è stato demolito

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Ragusa - Vinicio era infastidito.
Come è possibile che a Scicli non esista una locanda, una trattoria tipica, una bettola?
Correva l’anno 2006, l’Inno al Gioia era in gestazione, e Vinicio Capossela aveva fame.
Cercava un locale tipico, siciliano, che esprimesse il senso delle radici, della tradizione.
“Possibile che non ci sia un posto tipico? Qui, quando entri in un ristorante potresti essere a Milano, o a Perugia; non si capisce di essere a Scicli, in Sicilia!”
Optammo per il mare. Andammo da “Alberto il mago del pesce”, a Marina di Ragusa, ristorante della memoria demolito in queste ore.
Vinicio fu felice. Quel locale -fu pescheria-, con i ventilatori per scacciare le mosche, sul tetto, l’architettura da peschereccio, con gli oblò, piacque al nostro ospite.
Pranzammo.
Melone giallo con prosciutto, e poi pesce.
Restò qualche fetta di prosciutto, e Vinicio chiese al cameriere di fargli un panino, per il pomeriggio.
Restò anche un po’ di vino bianco, e anche lì l’ospite chiese un tappo, per portare il vino con se per la merenda.
L’apoteosi, che fece impazzire il cameriere, fu quando Vinicio fuggì dal tavolo, e salendo su una panchina del lungomare lì di fronte, portando la mano destra sulla visiera del cappello iniziò a scrutare l’orizzonte del mare.
Il cameriere mi guardò stranito.
“Non si preoccupi – lo rassicurai-, è per sincerarsi che non arrivino i pirati”.


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