Sembra l'inizio di una fiaba, "C'era una volta", ma non c'è il lieto fine. C'era una volta l'idea di aprire dei cantieri e di dare a circa 200 giovani la possibilità di avere un lavoro, per quanto a tempo determinato, ma ora non c'è più. Anzi, per la verità i cantieri non ci sono mai stati, è rimasta solo l'idea, come sospesa nell'aria, tra parole dette, ritrattate, rinnegate e rimasticate, ma tant'è. Inutile dare voce alla rabbia di chi si è visto scivolare un'opportunità di guadagno come sabbia tra le mani. Inutile nascondersi dietro un dito e fare finta che non sia accaduto nulla. Ma così vanno le cose.
Tutto è cominciato quando palazzo San Domenico aveva presentato un progetto di manutenzione straordinaria da effettuarsi nelle scuole, così come negli edifici pubblici e per la manutenzione delle strade. Tradotto in numeri questo significa che sarebbero dovuti essere ben 30 i cantieri da aprire. Cantieri che avrebbero garantito per un periodo di tempo limitato dei guadagni a chi si trova in graduatoria. Ma qualcosa non è andato come doveva. Il primo scricchiolio, che già doveva far pensare a un crollo dell'ambizioso progetto, si è avuto quando i cantieri dai 30 che erano in origine, sono stati portati a 18. Un ridimensionamento che fa pensare a due cose, o che prima i soldi c'erano e poi magicamente non c'erano più, o che sia stato fatto il passo più lungo della gamba. Poco importa, il finale resta il medesimo.
Restavano quindi i 18 cantieri che sarebbero dovuti essere finanziati con 580 mila euro dalla regione (per conoscere maggiori informazioni vai su http://www.zonaprestiti.com/finanziamenti-regione.htm). Sempre meglio che niente, sempre meglio che dover cercare lavoro fuori, come fanno ormai in troppi, sempre meglio di un contratto di apprendistato provincia di Roma o Milano. Insomma, quei 18 cantieri sarebbero stati sempre meglio di niente. Ma le cose hanno preso una piega inedita e non certo allegra. Il fatto è che i soldi non ci sono più. Inutile chiedersi che fine abbiano fatto, resta il risultato che è pari a euro zero. I disoccupati che speravano di poter lavorare dovranno farsene dunque una ragione e attendere che lo Stato rifinanzi la Regione che a sua volta finanzierà Province e Comuni, e sperando che questa volta il denaro non si perda in tutti questi passaggi.
di Redazione
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