Attualità Chiaramonte Gulfi

In Cina ci copiano l'Aran-Cina!

Un brevetto plagiato



Chiaramonte Gulfi - Non risolverà il dilemma storico, se si chiama “arancino” o “arancina”, ma di sicuro quel che promette è di realizzare arancini a prova di chef. E’ uno strumento denominato “Arancinotto”, un’idea tutta made iblea, nata da una coppia di chiaramontani, Giovanni Cugnata e Marinella Mele, moglie e marito. L’hanno inventato qualche anno fa, brevettato e registrato il marchio, immesso sul mercato con un impatto dirompente. In pochissimi mesi, grazie all’on-line, sono arrivati ordini su ordini praticamente da tutto il mondo.
E del resto chi non vuol far a casa propria, e parliamo dei siciliani sparsi nel globo, un arancino come lo faceva la nonna o la mamma? Con questo stampo per arancini è facilissimo: basta inserire il riso, poi il condimento, pressare con un altro strumento annesso ed ottenere arancini a punta dalla forma e dal sapore straordinario. Insomma un successo incredibile che ha cambiato la vita alla coppia iblea, adesso alla guida di una vera e propria impresa. Un successo che è arrivato evidentemente anche alle orecchie di chi vuole specularci. Perché nonostante vi sia il brevetto e la registrazione del marchio, nelle ultime settimane sul mercato è arrivato il clone made in Cina. Incredibile, ma vero. Identica forma, identico scopo, perfino scatola e brochure molto simili graficamente.
E così la bella idea di famiglia divenuta mission industriale, adesso deve fare i conti con quello che sembra essere un plagio evidente. In attesa di vedere le prime arancine “pollo e mandolla”, sarà la magistratura, a cui già si sono rivolti i due chiaramontani, a stabilire ogni cosa. Intanto loro, e la rete di distributori ed incaricati che in poco tempo è stata creata, mettono in guardia tutti con il più classico “diffidate dalle imitazioni”. “Tutto è iniziato nel 2012 quando mio marito ebbe questa intuizione – spiega la signora Marinella Mele – Io non sono una brava casalinga e non sapevo fare le arancine. Mio marito Gianni, che di mestiere lavora come artigiano al tornio, ha dunque pensato ad aiutarmi. E a sorpresa ha preparato un primo rudimentale stampo. L’abbiamo provato e ha funzionato sebbene all’epoca fosse completamente diverso da quello che è poi divenuto l’Arancinotto. Abbiamo infatti affinato il prodotto fino a pensare ad una trasformazione vera e propria, più facile da usare. Sono nati vari stampi e ben due linee, una professional, una linea per le casalinghe”.
Adesso, però, l’arrivo, con una sgradevole sorpresa, dello stesso prodotto ma realizzato in Cina. “Con i nostri legali ci siamo già rivolti alla magistratura – spiega la signora – anche perché non sappiamo in che materiale è fatto. Il nostro è materiale certificato e adatto all’alimentazione. Non vogliamo che si crei confusione oltre al danno economico”.


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