Vittoria - Il problema non è in punta di diritto, ma in punta d'etica.
Può un direttore di banca, che per motivi professionali accede a ddati sensibili dei suoi clienti, comprare una casa all'asta di un correntista?
Il tema è d'attualità a Vittoria, dove gli aderenti al “Comitato No Aste Giudiziarie” hanno manifestato, la scorsa settimana, davanti all’abitazione della famiglia Starace, in via del Quarantotto.
La casa è stata venduta all’asta per un importo di appena 12.750 euro. E ad acquistarla è stata il direttore di filiale di un importante istituto di credito.
Dicono gli aderenti al Comitato No Aste: “La cosa lascia perplessi. Con gli strumenti messi a disposizione dallo stesso istituto, l’uomo può accedere a dati sensibili. Anche se dal punto di vista giuridico la cosa non è sanzionabile, dal punto di vista etico e morale lede fortemente l’immagine della multinazionale”.
L’ufficio stampa dell’istituto bancario replica: “La banca ribadisce di non avere svolto alcun ruolo nella vicenda dell’immobile acquistato in una recente asta svoltasi nell’ambito di un procedimento esecutivo rispetto al quale la Banca è, appunto, del tutto estranea. E’ necessario evidenziare che le aste giudiziarie sono destinate, in virtù della normativa vigente, ad essere pubblicizzate con strumenti contemplati dalla legge, pertanto è del tutto priva di fondamento l’affermazione secondo cui la conoscenza dell’asta dipendesse dall’accesso a dati nella disponibilità della banca. Da informazioni acquisite in via informale nello scorso mese di giugno, in seguito a sollecitazioni della stampa locale, ci risultava che il nostro dipendente non avesse acquistato l’immobile. Non commentiamo ulteriormente, in quanto ribadiamo che la banca non è tenuta a conoscere le scelte private dei dipendenti quando esulano dall’attività lavorativa. La Banca, comunque, si riserva sin d’ora di adire le vie legali a tutela della propria reputazione”.