Chiaramonte Gulfi - Scusate, abbiamo sbagliato. Potrebbe essere questo l’estremo riassunto della posizione politica dell’amministrazione durante la seduta del consiglio comunale di ieri sera in merito alla determinazione delle tariffe TARI. La posizione del consigliere Giovanni Vivera (Cambiare per Crescere), invece, in merito ai dirigenti e agli impiegati comunali, potrebbe essere questa: negli uffici non lavorate, fumate o prendete il caffè. Insomma, ieri sera sono volate anche parole grosse nei confronti di qualche dirigente (ma nessuno ha fatto nomi), l’amministrazione ha fatto un passo indietro sul regolamento TARI voluto e approvato l’anno scorso e i soliti Morreale e Stamilla hanno, come da copione, detto di tutto al presidente Paolo Battaglia. Eppure, l’opposizione ha votato la proposta dell’amministrazione, cioè quella di un’ulteriore proroga del regolamento TARI (in attesa forse dell’arrivo della differenziata), facendo alla giunta Fornaro una grande cortesia istituzionale e garantendo, almeno per il 2016, che le tariffe restino invariate. Se ci sarà un aumento sarà minimo: qualcosa come due euro a testa. Ma per capire bene questa intricata vicenda, bisogna andare con ordine e fare un passo indietro.
PS: non c’è stata diretta streaming. Motivi tecnici. Non si è riusciti a capire se il problema derivasse da uno spinotto mancante o dal fatto che chi si occupa di questo supporto fosse assente.
L’ANTEFATTO. L’UFFICIO AREA FINANZIARIA: GALEOTTA FU QUELLA MISSIVA
Secondo quanto è stato possibile ricostruire, tutto è iniziato nel momento in cui l’ufficio Area Finanziaria, il cui dirigente è il dottor Francesco Cardaci, ha stilato il piano finanziario e ha determinato le tariffe in base al regolamento approvato l’anno scorso dal consiglio comunale in data 29 settembre 2014. Durante quella seduta, la questione fu molto dibattuta. L’opposizione si era astenuta in fase di votazione, ritenendo che l’aumento previsto del 70% delle tariffe TARI andava a gravare principalmente sulle spalle dei cittadini che abitano nelle zone rurali. Il regolamento del 2014, dunque, era stato votato solo dal gruppo fedele al sindaco Fornaro. In base a quel regolamento che sarebbe dovuto entrare in vigore quest’anno, gli uffici dell’area finanziaria si sono adoperati per calcolare le tariffe. Il 21 luglio, il piano è stato presentato agli amministratori ma il 24 luglio il sindaco si è rifiutato di firmarlo. Per questo, essendo principalmente un atto tecnico che dovrebbe essere approvato entro il 30 luglio, il dottor Cardaci ha scritto una lettera al presidente Battaglia, chiedendo che si tenesse conto del termine perentorio di scadenza. A questo punto, Battaglia convoca il consiglio e si svolge la seduta.
LA SEDUTA
Ad inizio seduta viene chiesto di anticipare il punto in questione. Tre consiglieri di Cambiare per Crescere chiedono che venga effettuata la modifica al regolamento TARI e che si mantengano le agevolazioni previste anche per quest’anno. Dopo una serie di botta e risposta fra Stamilla e Battaglia, Vivera prende la parola: “Qui devono sempre prevalere i dirigenti. Fumano, prendono il caffè, altri timbrano e vanno al bar. Qui si devono sistemare le cose. Gli impiegati sono pagati per questo, altrimenti vadano a casa. Non siamo un Comune di babbi”. Le parole di Vivera scatenano un vespaio in consiglio, con il presidente che l’ha richiamato all’ordine più volte e le voci degli altri consiglieri che si accavallavano. Interviene il sindaco che spiega di non aver firmato la delibera presentata dall’ufficio perché non la condivideva e poi aggiunge: “Abbiamo pensato che è opportuno lasciare le cose come stanno. La proposta è di proseguire come l’anno scorso”. Cutello (PD), dichiara: “Votando la modifica, però, di fatto c’è comunque un aumento, perché 47 mila euro dell’ATO in perdita si riversano sui Comuni”. Sindaco: “C’è un lieve aumento ma spalmato su tutti i cittadini”. Picone (ex articolo 4): “Come mai dobbiamo arrivare sempre ad un giorno prima delle scadenze? Perché siamo in zona cesarini? E’ colpa dell’amministrazione? E’ colpa degli uffici?”. Il sindaco risponde: “L’area tributi è stata caricata di lavoro”. Vivera prova a metterci una pezza: “Chiedo a tutti di affrontare le cose con calma. Lasciamo le cose come stanno”. Ma il presidente non si lascia sfuggire l’occasione: “Vivera dimentica che questo regolamento l’avete votato voi”. L’assessore Vargetto, dal tavolo, evidentemente non resiste: “Lei fa il presidente, non fa politica”. Il dottor Francesco Cardaci, chiamato in causa, prende la parola: “Personalmente non vado al bar. Non è vero che noi abbiamo fatto la delibera all’ultimo momento. La mia è firmata il 21 luglio ed è una delibera tecnica. L’anno scorso è stato approvato un regolamento e in aula abbiamo portato il piano finanziario. Una volta che il sindaco è tornato da Roma ho proposto la delibera ma mi ha detto che non l’avrebbe firmata. Io non potevo aspettare e l’ho proposta al consiglio, facendo una lettera al presidente. Per quanto mi riguarda, ritardi non ce ne sono stati. Noi abbiamo semplicemente fatto una delibera consequenziale al regolamento approvato l’anno scorso”. Inizia un dibattito fra il sindaco e il dirigente Cardaci: il sindaco sostiene che essendo un atto tecnico poteva essere presentato prima del 21 luglio, mentre Cardaci ribatte dicendo che la proroga poteva essere presentata l’anno scorso, così l’ufficio non avrebbe fatto un lavoro sostanzialmente inutile. Ma il sindaco, alla fine, dichiara: “Non ritengo che per l’ente sia vantaggiosa questa tassazione. Mi prendo io la responsabilità politica”. Interviene Antonella Occhipinti (PD): “E’ paradossale. Cambiano gli anni ma le cose restano sempre così. Anche nel 2014 lamentavamo che si era arrivati in seduta all’ultimo minuto. Oggi, ci ritroviamo a fare lo stesso discorso. Noi siamo di fronte ad una calamità istituzionale. Si agisce sempre sull’urgenza e si commettono errori. Noi oggi approviamo una modifica e sostituiamo una decisione che doveva essere della giunta. In 9 mesi mai una discussione su questo argomento. Non si può chiedere al consiglio di esprimersi su questo argomento. Applicare le tariffe è una scelta dell’amministrazione. Ci state mettendo in difficoltà. La critica va fatta perché non c’è logica conseguenza degli accadimenti”. Scoppia ancora un dibattito fra il presidente e Vivera: Battaglia, infatti, dichiara che si è vanificato il lavoro degli uffici, mentre Vivera sostiene che i dipendenti devono lavorare “con amore” e ci deve essere “collaborazione che non c’è”. Anche fra Occhipinti e Stamilla scoppia un alterco. La Occhipinti, infatti, sbotta: “Stamilla, è difficilissimo sopportare il tuo infantilismo”. Stamilla, facendo prova di grande modestia, risponde: “Perché ne so più degli altri”. Viene chiesta una sospensione dal consigliere Vito Alescio. Dopo 30 minuti circa (da 10 originari che erano), il rientro in aula. La dichiarazione di voto di Antonella Occhipinti per l’opposizione: “Sarà un voto favorevole all’amministrazione. Questo è un voto di responsabilità al quale corrisponde il vostro senso di irresponsabilità. Il 31 luglio, teoricamente, dovremmo approvare il bilancio, ma ad oggi non abbiamo nulla, neanche un foglio scritto a penna. Ci sarà una proroga? Lo faremo entro il 10 agosto? La storia si ripete. Stasera, però, sentiamo di fare questo per la città. Siete voi ad aver fatto un cambio di rotta. L’auspicio è quello di un maggiore coinvolgimento. Andiamo avanti e votiamo ma non può passare il messaggio che bisogna fare tutto all’ultimo momento. Se questa è una strategia politica, è una strategia sbagliata”. La proposta di modifica del regolamento del gruppo Cambiare per Crescere viene votata all’unanimità. Un voto che è servito, in parole povere, a far restare tutto com’era, rimandando eventuali decisioni al 2016.
di Irene Savasta
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