Pozzallo - Un viaggio in musica che è anche un viaggio in mare. Tante sonorità ma anche tanta commozione per l’apertura, ieri sera all’anfiteatro Raganzino di Pozzallo, della prima edizione del festival “L’Invisibile – storie di mondi e umanità”. In scena il cantautore Mario Incudine che insieme ai suoi musicisti (Antonio Vasta, Antonio Putzu, Manfredi Tumminello, Pino Ricosta, Emanuele Rinella) ha presentato il concerto “Anime Migranti”.
Pozzallo città dell’accoglienza di migliaia di migranti è al tempo stesso per tutti loro “lo scoglio della speranza”, come ricorda il festival nel sottotitolo e come, trasformandosi talvolta in cantastorie, lo stesso artista ricorda più volte durante l’esecuzione degli straordinari brani proposti. Alcuni di questi sono dei pugni in pancia perché ci ricordano l’immigrazione dei siciliani che, decenni fa, sono andati via dalla propria terra cercando fortuna altrove, in Germania, in Belgio, in America. Alcune volte non hanno trovato una nuova vita, ma la morte, come accaduto nella strage alle miniere di Marcinelle o nei naufragi. Storie non lontane, ed anzi assolutamente simili, da quelle dei migranti di oggi che scappano dalle guerre civili e dalla povertà, sperando in un nuovo futuro. Un messaggio di grande fratellanza quello che Mario Incudine lancia all’interno dello spettacolo, un continuo mix di musica dalle sonorità mediterranee e di recitazione di testi che narrano la verità, ovvero chi mette a repentaglio la propria vita e quella dei propri figli salendo su una “zattera” in mare, lo fa perché è costretto. Anime migranti quelle di ieri, anime migranti quelle di oggi. E le frontiere, i muri, il filo spinato sono solo il modo per girarsi dall’altra parte e non affrontare l’unica strada percorribile, quella dell’umana accoglienza. Il festival “L’invisibile” promosso dall’associazione culturale Anthea con la direzione artistica di Antonio Paguni e il sostegno del Comune di Pozzallo e della Regione, prosegue stasera, sempre all’interno del suggestivo spazio dell’anfiteatro Raganzino, in riva al mare, con la rappresentazione teatrale “Argonauti – Giasone e Medea” con la regia di Aurelio Gatti. Domani, sabato 12 settembre, un altro appuntamento di rilievo con il concerto degli “Aptal” dal titolo “Il Mediterraneo perduto”. La loro è una musica meticcia capace di risvegliare le radici della nostra storia con un tuffo nel Mediterraneo per andare verso il Medio-Oriente. Una via del mare che è una via della musica che tocca i ritmi e le leggende balcaniche, greche, turche, arabe. Il festival si concluderà domenica 13 settembre con “Tempesta”, teatro e danza con la regia di Gatti. Entrambe le rappresentazioni teatrali sono inserite all’interno del circuito “Teatri di Pietra 2015”.