Visitsicily.info
di Irene Savasta


Palermo – Capita a volte di girovagare senza meta su internet e di imbattersi in un sito che, apparentemente, sembra affascinante. Stiamo parlando di www.visitsicily.info, un sito che reca il logo della Trinacria in alto a sinistra, simbolo della Regione Siciliana, finanziato con i fondi europei Po Fesr (un logo sul sito stesso lo testimonia) e i cui diritti sono di proprietà della Regione stessa, così come viene specificato nei crediti a fine pagina.
Spulciandolo, però, ci accorgiamo che come nelle migliori tradizioni, non è tutto oro quello che luccica.
Alla voce Unesco, infatti, cliccandoci sopra ci saremmo aspettati delle informazioni anche sul patrimonio barocco dell’area iblea, ragusana e modicana. Invece, a parte la città di Noto a cui viene dato ampio spazio con spiegazioni dettagliate, sulle altre città, compresa Ragusa e Modica, non si dice sostanzialmente nulla. Vengono solo citate nella didascalia introduttiva. Ampio spazio viene riservato invece agli altri patrimoni dell’Unesco: l’Etna, l’opera dei pupi, la valle dei templi, la vite ad alberello di Pantelleria, Siracusa, la villa romana del casale, le Isole Eolie, Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica. Ci sembra davvero strano che un simile patrimonio artistico come quello del barocco ragusano e modicano non venga minimamente valorizzato o comunque descritto in un sito che fa capo alla Regione Siciliana.
Inizia così una vera e propria battaglia con internet. Il sito, infatti, risulta lentissimo per chi utilizza l’I-Pad e praticamente inaccessibile per chi ha l’I-phone. E anche se non c’è bisogno di ricordarlo, questa è l’epoca in cui i dispositivi mobili la fanno da padrone. Bisogna armarsi di pazienza e buona volontà per cercare di scoprire i tesori barocchi all’interno di questo sito. Alla voce in home page “scopri”, per chi è dotato di molta pazienza è possibile reperire alcune informazioni interessanti. Alla sezione “vacanze in famiglia”, infatti, si trova la sottosezione “Svizzero? No, azteco”, dove è descritta tutta la storia del cioccolato di Modica. Sempre dalla sezione “scopri”, inoltre, è possibile accedere alla voce “vacanze attive”. Veniamo a sapere, infatti, che l’attività sportiva consigliata al turista che si trova nel ragusano è il kitesurf. Chiunque voglia provare può recarsi a Santa Maria del Focallo. Sempre da “Scopri”, inoltre, alla voce “mare”, è possibile reperire consigli utili sulle spiagge ragusane cliccando la sezione “in quale spiaggia andiamo con i bambini?”. Quasi tutte le spiagge del ragusano e del modicano sono presenti, anche se non tutte. Viene quasi la tentazione di arrendersi ma, infine, quasi per caso, sempre dalla sezione “scopri” è possibile cliccare l’ultima voce che si chiama “mini guide”. Ed ecco, allora, finalmente, due sezioni dedicate all’area iblea, ragusana e modicana. Una si intitola “a spasso con Daisy nel ragusano” e l’altra “vespa, barocco e profumi”. La prima sezione è dedicata più all’area iblea e ragusana, mentre l’altra al versante modicano, Scicli e Ispica.
Le domande, alla fine della difficoltosa e soprattutto lunghissima navigazione, sono diverse: perché non riunire tutte le voci che riguardano l’area barocca del Val di Noto nella sezione che è più congeniale, cioè quella Unesco? Obiettivamente, ci vuole la pazienza di un santo per trovare tutte le informazioni su un’unica area che risultano invece disperse qua e là in giro per il sito che comunque rimane molto più lento della media. Anche per quanto riguarda l’offerta enogastronomica, il sito dice pochino. Sempre dalla sezione “scopri”, la prima voce è proprio “enogastronomia”. In realtà, però, viene proposto soltanto il cibo di strada di Palermo, denominato “Palermo street food tour”. Come si accennava, infatti, alcune altre informazioni possono essere reperite cliccando qua e là in giro per il sito ma non esiste una vera sezione dedicata all’enogastronomia. E sinceramente, dopo più di un’ora e mezza di navigazione solo per cercare di trovare il barocco ibleo, lasceremo al lettore l’arduo compito di trovare le informazioni sul cibo.
Noi non sappiamo quanto costi realizzare un sito del genere, sinceramente non ci interessa, non era questo lo scopo della nostra ricerca. Evidenziare le criticità, però, è il minimo, e questo sito obiettivamente rende la vita impossibile anche al navigatore più esperto. Figuriamoci ad un turista che magari ha la necessità di reperire il maggior numero di informazioni nel minor tempo possibile.
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