Economia
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05/10/2015 21:18

Ragusa terza in Italia per disuguaglianze sociali

Rapporto Bankitalia

di Redazione

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Disuguaglianze
Disuguaglianze

Ragusa – La Sicilia occupa due delle prime tre posizioni sul podio della distribuzione del reddito tra le popolazioni delle varie province italiane. Caltanissetta prima e Ragusa terza in questa speciale classifica stilata da Bankitalia, per un’analisi che ha passato in rassegna le differenze di reddito tra poveri e ricchi dei vari territori italiani. Le diversità economiche, relative al reddito, al Sud, come fanno notare gli analisti, sono decisamente più marcate: la parte più povera della popolazione ha un livello di reddito bassissimo rispetto a quello di cui gode la gente che sta bene, i ricchi.

La distanza tra le due classi di popolazione, troppo ricchi da un lato e troppo poveri dall’altro, dà a Ragusa, rispetto alle altre province della penisola, un indice di differenza troppo alto.

Se nel 2007 l’indice di sperequazione medio tra redditi si attestava per le province italiane attorno al 40%, nel 2011 Ragusa arriva addirittura al 44%.

Gli analisti di bankitalia, che nel loro studio sulle diseguaglianze sociali hanno preso a riferimento le dichiarazioni dei contribuenti per l’anno 2011, ci fanno notare che la sperequazione è più elevata nelle province con una minore incidenza del settore industriale e che usano più intensamente computer e servizi informatici nella creazione del valore aggiunto. Con riferimento all’offerta di lavoro, invece, una maggiore presenza di stranieri e di laureati nella popolazione è positivamente correlata con una maggiore dispersione nella distribuzione dei redditi.

Come dire, più servizi e tecnologia nell’industria e alta percentuale di laureati (avvocati, medici, commercialisti) tra la popolazione favoriscono la diseguaglianza sociale.

È stata solo la crisi a far aumentare le diversità sociali legate al reddito? È stato il reclutamento di manovalanza straniera a far aumentare il divario tra ricchissimi e poverissimi? Sicuramente la finanza ha giocato un ruolo fondamentale nell’economia troppo sperequata del nostro territorio. L’accesso al credito avrebbe potuto comportare una riduzione della disuguaglianza nella misura in cui fosse stato associato all’ampliamento delle opportunità di accesso (ai mutui o finanziamenti) a persone che prima ne erano razionate. Così, non è stato, almeno per quel che affermano gli analisti della Banca d’Italia, sugli affidamenti bancari che, nel caso Ragusa, ne hanno beneficiato in misura più che proporzionale i ricchi o coloro che già avevano accesso al credito.

C’è da dire che gli indici di sperequazione misurano la disuguaglianza tra i contribuenti, quindi fra coloro che percepiscono un reddito (fiscalmente rilevante). Tuttavia i divari territoriali sarebbero ancora più ampi se e solo se Bankitalia avesse preso in esame anche il tasso di non occupazione e quello di scarsissime opportunità lavorative dei vari territori.