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Sironi annuncia a Expo il nuovo Montalbano

La prossima primavera

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Milano - Il regista della fortunata serie tv del “Commissario Montalbano”, Alberto Sironi, ha omaggiato la terra iblea, dove ha girato, dal 1999 ad oggi, 26 episodi tratti dai libri di Camilleri.
Il regista, cittadino onorario di Vittoria, è stato di nuovo ospite sul palco del Cluster Bio-Mediterraneo, nell'ambito del programma di iniziative della provincia di Ragusa.
Sironi ha annunciato che le prossime puntate andranno in onda su RaiUno nella primavera 2016. Con una sorpresa: la presenza di una nuova Livia, la storica fidanzata del personaggio interpretato da Luca Zingaretti. Ad interpretarla sarà l’attrice Sonia Bergamasco.
I due episodi sono “La piramide di fango” e “Una faccenda delicata”: il primo tratto dall’omonimo romanzo del 2014, il secondo da uno dei racconti della raccolta “Un mese con Montalbano”, del 1998.
Per due serate consecutive Sironi è stato l’ospite d’onore del Padiglione Sicilia. Gli incontri, condotti dal giornalista Andrea Di Falco e curati dal Comune di Vittoria, sono stati preceduti dal documentario di montaggio “Omaggio a Vittoria. La città in tv. Il Commissario Montalbano”. Oltre al regista, ieri sera sono intervenuti: Rosario Alescio, rappresentante dei Conzorzi di Tutela e Gianni Molè, coordinatore del programma di Ragusa al Cluster.
Sironi ha comunicato che la messa in onda delle due nuove puntate della serie tv avverrà nella prossima primavera. E ha dichiarato che ci sarà un’importante sorpresa: sul piccolo schermo vedremo una nuova Livia. E, anche se Sironi non ha voluto ammetterlo, dovrebbe essere Sonia Bergamasco la nuova fiamma del commissario. L'attrice è attualmente fra i protagonisti della serie di RaiUno "La grande famiglia". I produttori hanno deciso che l'attrice doveva cambiare, perché quella precedente (Lina Perned, che già aveva sostituito Katharina Bohm) era straniera e andava doppiata”.
Ma Sironi ha parlato anche della conclusione della narrazione camilleriana.
“L’ultimo capitolo della serie - ha detto - è un romanzo ancora inedito, scritto una decina d’anni fa, che Camilleri custodisce dentro la cassaforte dell’amica editrice Elvira Sellerio, scomparsa nel 2010. Il mistero sarà svelato dopo la morte dello scrittore. È un bellissimo testo che ho avuto l’onore e il piacere di leggere. Ma che mi auguro di non dover mai girare”.
Lo stesso scrittore, come ripete spesso a proposito della fine del suo commissario sostiene che, “non volendo fare la fine di altri giallisti come Manuel Vazquez Montalbàn o Jean-Claude Izzo, che sono deceduti prima di far uscire di scena il loro personaggio, mi sono portato avanti e ho già messo nero su bianco la fine del mio commissario. Ho scelto di farlo morire nelle pagine del libro, non per strada”.
Ma al di là delle novità, Sironi ha voluto raccontare lo stupore che deriva dal cambiamento che la serie tv riesce a determinare nella realtà quotidiana delle città ragusane, autentici set a cielo aperto.
“Un esempio straordinario – ha detto il regista nel suo seguitissimo intervento –è rappresentato dalla Fornace Penna, uno splendido monumento d’archeologia industriale, che si trova in contrada Pisciotto a Sampieri, frazione del comune di Scicli. “La Mánnara”, come viene nominata, in un episodio di “Montalbano”, la località dove sorge la fabbrica. Ebbene, si stava concretizzando il pericolo che partisse, proprio in quella zona, una speculazione edilizia. Il comune l’ha fermata, dichiarando il sito di alto interesse cinematografico. Ne vado molto orgoglioso”.
Gianni Molè si è complimentato con il regista, “per aver saputo scegliere luoghi di grande impatto, che hanno saputo valorizzare il patrimonio urbano e architettonico di Ragusa e della sua campagna rurale. Sironi ha dimostrato di saper cogliere la luce del nostro paesaggio: il valore aggiunto di Ragusa”.
Rosario Alescio, in rappresentanza dei Consorzi di Tutela, ha chiesto a Sironi “di restare vicino alla provincia di Ragusa, perché è un testimonial d’eccezione. Che, con la sua regia ha saputo far crescere Ragusa, sia sul piano turistico sia sul piano culturale, favorendo così il 'brand' di una ragusanità sempre più vincente e che vanta nuovi motivi di attrazione”.
Nell’Expo dedicata a “Nutrire il pianeta”, Sironi ha dichiarato il proprio amore nei confronti della cucina iblea.
“È vero – ha detto –. Nella vostra magnifica terra esistono numerosi ristoranti d’alta qualità. Però, se devo essere sincero, io preferisco la cucina casalinga. Infatti, non mi è mai capitato in tutta la vita di aver mangiato così bene come nelle case dei ragusani. Sarebbe un sicuro successo l’apertura delle cucine casalinghe ai turisti. Sono pronto a scommetterci”.
Sempre a proposito del rapporto tra il celebre commissario e il cibo, Sironi, con arguta ironia, ha detto che “Camilleri, nei suoi romanzi, inserisce una serie di piatti che lui, purtroppo, non può mangiare più”.


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