PALERMO, 15 OTT Il fervore culturale e civile ma anche il degrado del centro storico e il dramma dell'emigrazione. I due volti di Palermo di 40 e 50 anni fa riaffiorano dalle immagini di Franco Scafidi, erede di una dinastia di fotoreporter alla quale il padre Giusto aveva dato origine nel 1924. Con il fratello Nicola, Franco Scafidi è stato uno dei testimoni più attenti e curiosi delle vicende del dopoguerra, dei più eclatanti delitti di mafia ma anche della vita sociale e culturale della città. Tutto questo viene restituito alla memoria da un centinaio di foto esposte dal 16 ottobre (inaugurazione alle 18) a palazzo Ziino nella mostra "I due volti di Palermo, gli anni '60 e '70", promossa dal Comune di Palermo e patrocinata dalla Fondazione Ignazio Buttitta e dalla Fondazione Sciascia. Le immagini, dice la curatrice Mariasanta Buscemi, "sono lo specchio del tempo e rappresentano quell'epoca con le sue abitudini e angosce, i suoi miti e ideali, narrano di luoghi oggi totalmente diversi e altri rimasti invariati, sono frammenti di realtà che divengono testimonianza storica di altissimo valore".
Non mancano nella raccolta le foto di personalità che hanno vissuto quel ventennio tra sperimentalismo, ricerca e tradizione e si sono confrontati con la realtà sociale. Ne hanno lasciato traccia nel cinema, nel teatro, nell'arte, nella letteratura e nel giornalismo. Sono tra gli altri Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, Pier Paolo Pasolini, Franco Zeffirelli, Alberto Moravia, Dacia Maraini, Danilo Dolci.
Con il taglio di un realismo pulsante Franco Scafidi racconta quel periodo cruciale della storia di Palermo sospesa tra realtà e utopia, tradizioni e innovazioni, benessere e povertà. "Un ventennio di rimescolamento sospeso prosegue tra realtà e utopia, paure e speranze, tradizioni e innovazioni, benessere e povertà. Sono i due caratteri di una città che vive ostinatamente dei suoi contrasti. Sono i due volti di Palermo, e mai ce ne sarà uno che prevarrà sull'altro". (ANSA).
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