Ragusa - Ha fatto discutere il nostro articolo sul piccolo mondo antico di Ibla e sulla festa semiabusiva nella ex chiesa di San Vincenzo Ferreri.
E siamo anche stati rimproverati per una mistificazione di cui saremmo -nostro malgrado- autori.
Più di un lettore ci ha fatto notare che i nobili di Ibla, quel circuito chiuso ed esclusivo rimasto intatto e specchiato a se stesso nei secoli, non c’entra nulla con le feste dei parvenue.
Ove per parvenue si intendono i villani arricchiti che usano spazi pubblici per pseudo manifestazioni culturali che si traducono poi in feste di compleanno.
Anzi, i nobili, pur gelosi delle loro dimore, non si permetterebbero mai di affittare un locale comunale per una festa in costume.
Altro è il desiderio di emulazione che anima chi la festa ha organizzato.
Se proprio dobbiamo dirla tutta, il fumo prodotto dagli sgomitanti nuovi residenti di Ibla è fastidioso, caciarone, e poco in tono con l’austera posa degli indigeni.
Che ci hanno telefonato, per dirci come loro disapprovino.
Tanto quanto noi.