Cultura Cartoni animati

Prendi il mondo e vai

“Touch”

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In Italia lo abbiamo conosciuto con il nome “Prendi il mondo e vai” e venne trasmesso per la prima volta su Italia 1 nel 1988. Il manga originale, però, ha sicuramente un nome più appropriato considerando la tematica proposta: “Touch”, scritto da Mitsuru Adachi, pubblicato per la prima volta nel 1981, è una di quelle opere il cui “tocco” delicato s’insinua nel cuore dei lettori e non si può fare a meno di provare una certa commozione al solo ricordo della storia. Apparentemente, Touch è un manga che può sembrare uno shonen con un pizzico di spokon, visto che i protagonisti giocano nella squadra di baseball della scuola. Invece, Touch non è altro che uno shonen con un pizzico di slice of life, uno spaccato di vita adolescenziale del Giappone anni ’80 raccontato con la maestria tipica di Adachi. Protagonisti della vicenda due gemelli completamente identici nell’aspetto: Tastuya e Kazuya Uesugi (in Italia Tom e Kim). Kim è il gemello perfetto, bravissimo a scuola e nello sport, promessa della squadra di baseball della scuola (il Meisei, in Italia i Giaguari), conteso dalle ragazze e praticamente figlio modello. Tom, invece, è il “fratello scemo”. Apparentemente svogliato, pigro e superficiale, passa le sue giornate a dormire o a guardare (sempre con discrezione), le mutandine delle compagne di scuola. Fra i due, s’inserisce la figura di Minami Asakura, vicina di casa della famiglia Uesugi, loro compagna di classe e amica d’infanzia. Tutti, dai rispettivi familiari ai compagni di scuola, considerano Minami e Kim fidanzati o comunque destinati a sposarsi. La ragazza, però, sembra non avere preso una decisione vera e, soprattutto, si ha la sensazione che tutto sommato preferisca il fratello scemo, Tom, intuendone le grandi potenzialità. Pur non allenandosi mai ed essendo praticamente fuori forma, Tom dimostra innate qualità sportive e grande altruismo: non ci tiene per nulla, infatti, a competere con il fratello, né a scuola né per conquistare il cuore di Minami. Fra i due gemelli, però, c’è grande affetto e sostegno e dimostrano di prendersi cura veramente l’uno dell’altro. Il manga e l’anime, scorrono leggeri in questa sorta di limbo, di triangolo non dichiarato per abbandono di Tom, per molti episodi, fino al numero 25.

LA MORTE DI KIM
Il colpo di scena avviene quando un giorno Kim, uscito per andare a disputare una partita con il Meisei, muore in un tragico incidente stradale, investito da un’auto. Tom, recatosi allo stadio e non vedendolo in campo, si ricorda dell’incidente che ha visto per caso lungo la strada e torna indietro. Appresa in ospedale la notizia della morte del fratello, assistiamo ad una delle scene più tragiche della storia degli anime: arriva allo stadio, carica letteralmente di peso i genitori su un taxi senza dire loro nulla e vanno tutti in ospedale. Minami verrà a saperlo solo a fine partita. Kim muore in un freddo letto d’ospedale, guardato a vista solo dall’amato fratello, con i genitori sconvolti in una sala d’attesa come tante. Kim, resterà per sempre una promessa del baseball e la squadra, dopo la morte del loro miglior giocatore e amico, precipita anch’essa nello sconforto e nella disperazione. Apparentemente, Tom la prende in maniera risoluta. Cerca di non mostrare a nessuno il suo dolore: solo Minami si accorge, da piccoli e impercettibili gesti, del grande sconforto in cui è precipitato il ragazzo, da molti considerato un insensibile. Tutti, dopo la morte di Kim, si troveranno spiazzati. Touch, dunque, è un manga e un anime che affronta una tematica dura per chiunque, figuriamoci per degli adolescenti: l’elaborazione del lutto. Ci sono lunghi silenzi, lunghi sguardi, panoramiche su paesaggi ma, soprattutto, c’è il fardello che Tom carica sulle proprie spalle per permettere che il sogno del fratello morto e di Minami possa realizzarsi: arrivare al Koshien, la finale del campionato studentesco. La morte di Kim, infatti, trasforma Tom, o meglio rivelano le sue qualità: s’impegnerà anima e corpo nel baseball al posto del fratello, per mettere che la sua memoria venga onorata e così verrà pian piano rivalutato da tutti gli altri, anche da chi all’inizio lo aveva apostrofato come uno sciocco superficiale. Ma la relazione con Minami resterà sempre travagliata perché se è difficile far torto ai vivi, imperdonabile è farlo ai morti.

LA CRESCITA DEI PERSONAGGI
Questo lungo percorso di crescita durerà ben 101 episodi. Tom, s’impegnerà come non mai, Minami farà di tutto per superare la perdita dell’amico fraterno e per trovare la sua strada perché anche lei, essendo una ragazza che suscita spontaneamente ammirazione negli altri, avrà un bel da fare a dimostrare di essere all’altezza delle aspettative. Tutti perdono la loro innocenza, il loro essere dei “normali” ragazzi. Il tempo in Touch è come se si fermasse a quel tragico evento dell’episodio 25. Eppure, il sogno dei ragazzi si realizza e Tom, alla fine, non sarà più il fratello scemo, una brutta copia del gemello scomparso, ma un ragazzo libero di esprimere il suo enorme potenziale e infine sarà anche in grado di confessare i suoi sentimenti a Minami, ovviamente ricambiato.

BREVE ANALISI DELL’OPERA E DELL’ADATTAMENTO ITALIANO
Touch è un’opera che ai contemporanei può apparire un po’ lenta. Eppure, gli si perdonano tante cose. La narrazione procede a piccoli tableaux, fatta di poesia e tragedia, senza mille parole di spiegazioni, piuttosto si costruisce molto sul non detto. L’adattamento anime italiano soffre della stessa sindrome di tutti gli altri anime doppiati in quegli anni e ha questi nomi orripilanti come “Giancarlo”, “Nello”, “Signor Doriano” che veramente non dicono niente. La sigla stessa, pur essendo sinceramente molto carina, non parla assolutamente della vicenda ma dice cose a caso che si potrebbero adattare a qualsiasi altro anime. A parte queste considerazioni che purtroppo sono comuni a quasi tutti gli anime trasmessi in Italia negli anni ’80, “Prendi il mondo e vai” è davvero un piccolo gioiello, un leggiadro tocco di poesia per chi vuole assaporare un’avventura non convenzionale.


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