Catania - Alice Valenti è l’unica donna della sua generazione a dipingere carretti siciliani da ben 15 anni.
Arte antica, sfavillante, dai colori sgargianti e che può essere fatta soltanto per passione. Un tempo mezzo di locomozione usato per trasportare merci, per le gite di Pasqua o per i riti religiosi, oggi il carretto siciliano è diventato il simbolo della Sicilia nel mondo, un po’ come le arance e i limoni.
Ma com’è nata questa idea di dipingere carretti negli anni Duemila? Dopo essersi laureata a Pisa in conservazione dei Beni Culturali, Alice Valenti ha deciso di tornare a Catania, sua città d’origine e dopo aver conosciuto Domenico Di Mauro, decoratore di carretti siciliani che anche suo nonno, originario di Scordia, costruiva, decise di restare all’interno della bottega del maestro. Proprio come accadeva nel Rinascimento, il laboratorio, la bottega, diventano la vera palestra di vita. Ed è così che questa donna ha iniziato a dipingere carretti siciliani. Dopo aver raggiunto sufficiente maturità artistica, ha deciso di aprire un proprio laboratorio a Catania e così ha iniziato a interpretare e a mixare elementi decorativi tipici dell’arte popolare: le sue pitture si ispirano all’opera dei pupi e ai cantastorie e sono talmente apprezzate da essere esposte in rassegne come “That’s Sicily”.
Ma la pittura di Alice Valenti è versatile: non solo, dunque, decorazione di carretti siciliani, ma trasposizione di quei motivi su altri oggetti d’uso comune, come i quadri, ceramiche o addirittura su altri mezzi di trasporto, come la Vespa o l’Ape Piaggio. Tutto, come nella migliore tradizione, nasce da un incontro casuale: un libro che, in questo caso, le ha cambiato la vita. “Il carretto siciliano”, in edizione del 1967, fece scoprire alla giovane artista che anche il nonno aveva costruito carretti e che aveva collaborato con Di Mauro nella sua bottega di Aci Sant’Antonio. E così, seguendo le orme del nonno, anche Alice Valenti ha deciso di riscoprire questo antico mestiere. In realtà l’arte del carretto siciliano non è così scontata: le prime testimonianze di questo mezzo di trasporto risalgono agli inizi dell’800. I motivi raffigurati e le differenze cromatiche variano notevolmente fra la Sicilia Occidentale e quella Orientale e addirittura da provincia a provincia.
Oggi, l’arte del carretto è sempre più in declino: un tempo esistevano anche 50 pittori a provincia, mentre oggi ce ne sono solo 1 o al massimo 2. Insomma, sono figure professionali che si contano sulle dita di una mano.