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L'Europa dice si all'olio tunisino

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L’Unione Europea dice “si” all’olio tunisino importato senza dazi. Nel frattempo, gli agricoltori del sud protestano a Catania da stamattina con un sit-in sia contro queste misure diciamo, discutibili, sia contro le agromafie e le politiche comunitarie in generale. Strasburgo, dunque, ha dato l’ok definitivo al pacchetto di aiuti per la Tunisia. Un regolamento contestato da sempre, soprattutto da parte delle associazioni di categoria e dai produttori. Il regolamento permetterà l’importazione di 35mila tonnellate aggiuntive di olio d’oliva esentasse dalla Tunisia. Zero dazi. Dopo la sospensione di voto del 25 febbraio, oggi il testo è stato approvato dal parlamento europeo con 500 voti favorevoli, 107 contrari e 42 astenuti. Ma che cosa prevede esattamente questo regolamento? Si tratta di un provvedimento valido per due anni in cui la Tunisia potrà esportare in UE senza dazi il proprio olio d’oliva, a patto che sia possibile garantire la tracciabilità. Sarebbe prevista una valutazione intermedia da parte dell’UE sul mercato europeo in merito a queste misure adottate. L’idea è questa: se tale provvedimento dovesse essere ritenuto dannoso per i produttori UE, allora il Parlamento si impegna a rivedere il regolamento. Questo pacchetto di aiuti è stato voluto dall’UE perché la Tunisia, essendo un Paese a vocazione agricola (come tutti i Paesi del Mediterraneo del resto), potrebbe avere ripercussioni sociali importanti per i propri produttori e nel frattempo ricevere un aiuto nel processo di democratizzazione. Poco importa che la Tunisia non sia uno Stato membro e che questo provvedimento potrebbe danneggiare ulteriormente il già flagellato comparto agricolo del sud Europa. In particolare dell’Italia e probabilmente ancora di più la Sicilia, visto che la nostra è la seconda regione d’Italia produttrice di olio d’oliva dopo la Puglia. Alcuni analisti, inoltre, sostengono che tale manovra non aiuterà di certo i produttori tunisini, piuttosto servirà a danneggiare quelli italiani, oltre ad aumentare il rischio di frodi a danno dei consumatori. Naturalmente, a parte l’Italia e gli altri Paesi Europei del Mediterraneo (come Spagna o Grecia), nessun altro stato membro produce olio d’oliva. Quindi, chi se ne importa se gli agricoltori del sud Europa vengono danneggiati da queste misure?


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