Salve nuovamente, oggi parliamo di un argomento molto spinoso e che suscita preoccupazioni: il varicocele. Prima di addentrarci comincerei con la definizione del varicocele: si tratta di una dilatazione varicosa delle vene del “plesso pampiniforme”; una varice, per capirci, localizzata a livello del cordone che porta sangue e altro al testicolo. È conosciuto da circa 100 anni mentre dal 1952, anno nel quale un Autore identificò il varicocele come causa di infertilità, viene studiato e trattato soprattutto per questo. Tale patologia rappresenta un problema comune nella pratica clinica e nella medicina della riproduzione e si può riscontrare nel 15% delle persone “normali”, in circa il 35% delle persone con infertilità primaria ed in circa il 70-80% delle persone con infertilità secondaria. È più frequente nel lato sinistro rispetto al destro per ragioni anatomiche e, nella gran maggioranza dei casi, non è associato a dolore o a sintomatologia; è diagnosticato attraverso l’esplorazione fisica ed è classificato in 3 gradi secondo l’“importanza” delle varici; l’ecografia con il doppler testicolare è una prova ancillare ma obbligatoria. Molto si è discusso e si discute riguardo le cause del danno testicolare, i meccanismi d’azione, su come possano questi determinare un’alterazione dei parametri seminali fino all’infertilità, qual è la tecnica chirurgica migliore e quando operare. Se dovessi parlarne per esteso non finirei mai e vi annoierei, cercherò di focalizzare il vostro interesse su pochi concetti. Non sappiamo ancora bene come, ma il varicocele può provocare una riduzione del volume testicolare ed un danno alle cellule che producono gli spermatozoidi che può portare sino all’infertilità. Sono chiamati in causa come responsabili del danno l’aumento della temperatura testicolare, l’esposizione prolungata del testicolo a sostanze tossiche nonché altri fattori; tuttavia l’essere affetti da varicocele non comporta necessariamente avere un problema o essere infertili o dover subire un intervento. Ci sono molte persone che hanno il varicocele e hanno figli, quindi una cosa non esclude l’altra. Quale tecnica chirurgica eseguire. L’obiettivo numero 1 della correzione del varicocele è il miglioramento dei parametri seminali evitando le possibili complicanze. Le tecniche sviluppate negli ultimi 60 anni sono veramente tante e diverse: legatura alta delle vene spermatiche, legatura bassa, legatura sub-inguinale, l’embolizzazione e la radiologia interventistica, la sclerotizzazione anterograda e, infine, la microchirurgia. Molti sono i lavori scientifici che parlano di risultati e complicanze delle varie tecniche e che confrontano le varie opzioni terapeutiche. Fra tutte queste, la microchirurgia rappresenta l’ultima arrivata nonché la più sicura, con meno complicanze e migliori risultati in termini di recupero del volume testicolare, miglioramento dei parametri seminali e tassi di gravidanze spontanee. Sebbene la microchirurgia sia stata introdotta negli anni ’70 principalmente per l’intervento reversibile della vasectomia (la vaso-vasostomia), la legatura microchirurgica delle vene spermatiche è diventata dal 2005-2006 la tecnica d’elezione per il trattamento del varicocele nei centri andrologici di eccellenza e permette di legare selettivamente tutte le vene spermatiche, grazie all’utilizzo di un microscopio ad ingrandimento ottico, e di identificare e risparmiare i vasi linfatici (evitando così la complicanza dell’idrocele) e l’arteria spermatica (evitando altre spiacevoli complicanze testicolari). In più, la possibilità di avere una recidiva del varicocele con questa tecnica si attesta attorno al 1%; vi consiglio a riguardo di vedere attentamente il video dell’intervento presente nella sezione “varicocele” della mia pagina web www.marcocosentino.com/it. Perché in Italia non si esegue con il microscopio? La legatura microchirurgica delle vene spermatiche non si pratica in Italia perché è un intervento tecnicamente molto ma molto complesso che richiede un gran maestro, grande conoscenza della microchirurgia, una buona dotazione tecnologica, mano fermissima e tanta esperienza…io ho terminato nel 2013 la mia curva d’apprendimento con una casistica da fare invidia, ed ora lo eseguo anche in ambulatorio, con anestesia locale.
Spero di aver dato qualche informazione utile in più, ci vediamo a Caltagirone o Modica in caso di dubbi. Buone vacanze a tutti e a settembre!