Prima parte della saga.
di Redazione

Naruto è stato sicuramente il manga rivelazione degli anni 2000. Lo conoscono praticamente tutti, anche soltanto per nome. La sua pubblicazione, iniziata nel 1999, è durata quindici anni e le due saghe “Naruto” e “Naruto: Shippuden”, hanno appassionato milioni di lettori. La versione anime, andata in onda da noi su Italia 1, è stata particolarmente apprezzata perché doppiata, per la prima volta, mantenendo i nomi originali giapponesi (finalmente, non hanno usato strampalati nomignoli italo-americani. Un grande passo avanti). Eppure, questo manga non è certo esente da criticità e il finale è forse uno dei più deludenti della storia dei manga. In particolare, la seconda parte della saga Shippuden ha deluso moltissimi fan. Naruto si compone di 220 episodi e 72 volumi manga di genere shonen, scritti da Masashi Kishimoto. Parlare di un anime così lungo, in un unico articolo, sarebbe impresa assai ardua. Per questo motivo, verranno dedicati al lavoro di Kishimoto due articoli, uno sulla saga Naruto e uno sulla saga Shippuden e cercheremo di analizzare i motivi che hanno portato al successo mondiale questo manga che, piaccia o no, rimane sicuramente una pietra miliare nella storia dell’animazione recente.
PRIMA PARTE: NARUTO
Il manga non inizia nel modo più originale: il protagonista è il classico orfano, un ragazzino di 12 anni che si chiama Naruto. Vive da solo, combina guai, è un impiastro a scuola e tutti lo evitano. Kishimoto ci catapulta immediatamente in un mondo parallelo in cui i ninja sono i protettori degli indifesi e svolgono delle missioni per vivere. La nostra storia è ambientata nel villaggio della foglia (konoha), il villaggio principale della terra del fuoco. Ben presto, si viene a sapere che Naruto ha dentro di sé un demone, denominato “Volpe a nove code” (Kyuubi) ed è considerato per questo un mostro. Per tali motivi è tenuto a distanza dall’intero villaggio. Soltanto il maestro dell’accademia dei ninja, il maestro Iruka, lo tratta da essere umano. Pur essendo l’impiastro della scuola, riesce a diventare genin e, insieme a Sakura Haruno e Sasuke Uchiha, costituisce il Team 7 guidato dal maestro Kakashi Hatake. La storia, in un certo senso, inizia da qui. Naruto, da ragazzino imbranato e mezzo scemo, diventa pian piano un ninja rispettato dai suoi stessi compagni. Ma, se il manga si limitasse soltanto a questo, non sarebbe di certo interessante.
I TEMI
Il tema principale del manga è sicuramente l’amicizia e l’accettazione. Naruto, portatore del demone volpe (jinjuurichi), viene evitato da tutti e trattato come uno scarto, in quanto ritenuto pregiudizievolmente pericoloso. La solitudine, l’amarezza e il fatto di non essere particolarmente dotato, potrebbero farlo diventare malvagio, schivo e solitario. Ma un po’ grazie ad Iruka, un po’ grazie a Kakashi, il ragazzo diventa un modello di positività e testardaggine con un sogno ben preciso: diventare Hokage (capo villaggio) e proteggere tutti. Decide, insomma, di farsi accettare grazie alla gentilezza, alla forza del perdono, al duro lavoro. Il carattere positivo di Naruto, salta fuori nel confronto con altri due personaggi che hanno subito delle ingiustizie e sono rimasti soli: il compagno di squadra Sasuke Uchiha e Gaara del deserto, altro Jinjuurichi come lui, incarnazione del demone tasso del deserto (tanuki). Gaara, ci viene presentato come introverso e negativo: anche lui orfano, è stato vittima di attentati da parte del padre durante l’infanzia, ma la sabbia che lo protegge sempre gli ha impedito di morire. Si redimerà, dopo l’incontro-scontro con Naruto in occasione degli esami di selezione dei chunin (uno dei più belli in assoluto), diventando con il tempo un personaggio positivo, capace di perdonare i suoi compaesani della sabbia e di proteggerli diventando infine capo villaggio (kazekage). Sasuke Uchiha, invece, è il simbolo della vendetta. Mentre Naruto è in grado di perdonare e di trasformare in qualcosa di positivo il suo dolore, Sasuke rimane vittima del suo stesso rancore: rimasto vivo dopo l’eccidio della sua famiglia avvenuto per mano del fratello Itachi, mediterà sempre e solo vendetta nei confronti di quest’ultimo. Una vendetta che lo porterà ad avvicinarsi al lato oscuro dell’animo umano, rappresentato dal ninja leggendario (sannin) Orochimaru. Dopo aver ricevuto il segno maledetto, Sasuke abbandonerà infine il villaggio, nonostante l’amico Naruto cerchi di fermarlo in uno scontro epico alla Valle della fine.
I TRE SANNIN. I NINJA LEGGENDARI
Interessante è la riproposizione triangolare, come un eterno ritorno, delle vicende legate a Konoha: i tre protagonisti, per una serie di casi fortuiti, verranno allenati dai tre ninja leggendari della foglia: Sasuke da Orochimaru, Naruto da Jiraiya e Sakura da Tsunade. I tre ninja, tra l’altro, sono stati tutti allievi del terzo Hokage, ucciso proprio da Orochimaru durante l’esame di selezione dei chunin utilizzando una tecnica proibita: l’edo tensei, ovvero la tecnica della resurrezione impura. Orochimaru stesso, a causa dei suoi esperimenti disumani, è stato allontanato dal villaggio: ha violato diversi tabù, fatto esperimenti sulle vite umane e molto altro ancora. Tenta di impadronirsi di Konoha ma il terzo Hokage glielo impedisce a costo della vita.
LA PRIMA SAGA DI NARUTO: TUTTI GLI ASPETTI POSITIVI
La prima saga di Naruto, pur non essendo perfetta, ci è piaciuta moltissimo ed è quella che ha fatto veramente appassionare i fan. I personaggi dell’universo di Naruto sono moltissimi, tutti ben caratterizzati, ognuno con un sogno e con tecniche particolarissime. Kishimoto ci immerge in un mondo ben costruito, con leggi, significati, simboli, dinastie e clan caratterizzati in maniera egregia. Le tematiche sono importanti, positive e i combattimenti sono fatti di strategie, oltre ad essere molto belli da vedere. Pur essendoci il classico elemento magico e surreale, le tecniche utilizzate dai personaggi rimangono nei limiti del possibile e loro stessi accrescono i poteri pian piano, come se fosse un percorso naturale: niente power up a caso, e niente fanservice. I nemici di questa prima saga, soprattutto Orochimaru, sono affascinanti e terribili e se uno muore resta morto. Violare questo significa violare un tabù. Il personaggio di Naruto, pur essendo indubbiamente il protagonista, non è il più forte e vive la propria inferiorità come uno stimolo per accrescere la propria abilità. A konoha ci sono gerarchie ben precise e anche le donne ( non a caso sarà Tsunade a diventare capo villaggio), hanno un ruolo importantissimo, paritario nel combattimento a quello degli uomini. Parte di tutto questo, purtroppo, verrà perso nella seconda saga.
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