Ragusa - Quando si pronunciano le parole Big One, un brivido scorre lungo la schiena. Molti sanno, infatti, che i geologi si aspettano da circa 100 anni un evento sismico di proporzioni colossali. E in una terra come la Sicilia, isola ad altissimo rischio sismico, cosa accadrebbe se arrivasse il temutissimo Big One? E la provincia di Ragusa?
Un dossier, pubblicato dal Servizio Sismico Nazionale nel 2013 e pubblicato da Mario Barresi su La Sicilia, illustra la situazione e il rischio teorico che correrebbero alcune città italiane. Purtroppo, anche la Sicilia e la provincia di Ragusa sono nella lista nera.
La simulazione descritta nel dossier del 2013 utilizza alcuni parametri come densità abitativa, i dati del Sige (Sitema Informatico di gestione delle emergenze della protezione civile), vulnerabilità degli edifici e orografia della zona.
In base a questi dati vengono elaborati i cosiddetti "scenari di danno comunali". Nel caso del sud-est della Sicilia, il riferimento sismico più potente è il terremoto dell'11 gennaio 1693 (7.4 di magnitudo, 54mila morti).
Lo studio pone questa domanda: se oggi si ripetesse questo evento, che cosa accadrebbe? Catania sarebbe la città in Italia con il maggior numero di persone coinvolte: 161.829 e 13 mila senza tetto. Segue Messina (111.622 morti e 95.365 sfollati). Al terzo posto Reggio Calabria (84.559 morti e 74.187 sfollati), poi Foggia (73.539 morti e 64.468 sfollati). Siracusa è al quinto posto (63.480 morti e feriti; 49.859 senza tetto). A seguire Ragusa (32.168 “persone coinvolte” e 27.493 senza più casa), Vittoria (26.399 morti e 22.835 senza tetto), Noto (10.264 morti e 8.612 sfollati) e Pachino (8.278 morti e 9.245 senza tetto).
Il rischio sismico è assolutamente reale: basti ricordare che il sud-est della Sicilia, insieme all'Appennino centro-meridionale, una parte della Calabria e il Friuli è classificato in zona "1", in una scala che scende fino a 4, come zona ad elevato rischio sismico.