Cultura
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10/01/2017 16:54

L’arciprete poeta

Le macerie del sisma

di Un Uomo Libero.

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Preghiera per il terremoto
Preghiera per il terremoto

Scicli – Alla fine del libro dei morti della Venerabile Matrice di San Matteo e precisamente nel volume che riporta i decessi avvenuti in Scicli dal 1675 al 1696, molto accuratamente occultati, ho trovato alcuni documenti che vale la pena far conoscere.
Si tratta di alcune poesie religiose e profane dell’Arciprete Guglielmo Virderi e di una cronaca scrupolosamente annotata da quest’ultimo a futura memoria.
La cronaca (del 1698) testimonia un litigio (ma ce ne furono tanti) occorso l’anno precedente tra Parrocchiale di Santa Maria la Piazza e Duomo di San Matteo a proposito della festa del Corpus Domini.
In buona sostanza la processione col Santissimo, proveniente dalla Matrice, si sarebbe dovuta concludere in Santa Maria la Piazza, però si ebbe la sgradita sorpresa di trovare in quella chiesa, esposto, pure il Santissimo.
Il Vescovo, Mons. Asdrubale Termini, come si evince dal documento, intervenne pesantemente. Nel caso in cui si fosse ripetuto l’accaduto, il prelato aveva suggerito all’Arciprete Virderi di non fermarsi più in Santa Maria la Piazza ma di tirare dritto con la processione per il Duomo.
Alla fine della cronaca si fa testimonianza ancora di un confronto molto animato a Siracusa tra il Vescovo, l’Arciprete Virderi e il Beneficiale di Santa Maria la Piazza Sardo, entrambi questi di fresca nomina.
Le macerie del terremoto del 1693 erano ancora fumanti e c’era chi aveva voglia di litigare!
Guglielmo Virderi era stato nominato Arciprete in modo non convenzionale e in tutta fretta perché il suo predecessore, l’arciprete Scardino, era rimasto sepolto sotto le rovine del Duomo di San Matteo durante il terribile terremoto dell’11 gennaio del 1693.
La sua elezione la racconta dettagliatamente una cronaca riportata negli ultimi fogli del Registro dei Battesimi della Matrice di San Matteo riguardante il periodo di tempo che va dal 1675 al 1696.
Di questa cronaca hanno già scritto il Santiapichi, il Pluchinotta e il Prof. Elio Militello.
Il Virderi prese possesso della sua carica il 7 novembre 1696 all’età di circa trent’anni (era nato presumibilmente nel 1663). Era stato prima canonico di Santa Maria la Nova. Ciò spiegherebbe la grande devozione alla Vergine della Pietà che celebra nelle sue preghiere religiose con profonda umiltà e ossequio in un siciliano molto elegante e raffinato.
Anche nei due componimenti in lingua italiana il Virderi si rivela non solo un uomo molto colto ma anche un intellettuale attento che s’interroga sul suo tempo.
Guglielmo Virderi morì il 7 giugno 1721 all’età di circa cinquantotto anni, come risulta dall’atto di morte ritrovato nei registri del Duomo. Fu sepolto dal suo Cappellano D. Giuseppe Calvo in S. Matteo in una fossa particolare, dopo aver ricevuto i Sacramenti per mano dell’altro Cappellano D. Sebastiano Belguardo.
Il Duomo di San Matteo era già in un’avanzata fase di ricostruzione.
La città di Scicli, un vero e proprio cantiere all’aria aperta, con la morte di quest’importante testimone chiudeva in fretta un doloroso capitolo della sua storia, pervasa com’era da un’irrefrenabile gioia di vivere.
Seguono i testi trascritti:
POESIE RELIGIOSE DELL’ARCIPRETE GUGLIELMO VIRDERI

Libro delli Defonti
Della Ven. Insigne Collegiata Matrice, e più degna Chiesa
Sotto titolo di S. Matteo Apost. Ed Evangelista
Di questa Cittá di Scicli,
sotto la cura
dell’Arciprete Rev. Don Guglielmo Virderi della medesima Città
1696

Di tutti li virtuti la maiuri
È versu Diu la prima charità
Poi versu l’homu lu Celesti arduri
Comu comanda l’eterna Bontà.
Maria nostra Signura tuttu amuri
Ama Diu fighiu só poi sempri fa
A li Confrati soi gratij e favuri
Perch’è Regina di la pietà.

—o0o—

Lu mundu è sempri a una continua guerra
E li fighi di Adamu li suldati
Chi sunu accinti pi mari e pi terra
Contra li tri nimici congiurati.
Ma cui dà la vittoria e cui l’atterra
Li parti avversi crueli e dispietati
Lu sulu nomu chi l’infernu serra
Di la Regina di la Pietati.

—o0o—

Alla Regina della Pietà

La Gran Matri di Diu virgini e pura
Fù da principiu di l’eterni strati
Eletta supr’ogn’autra creatura
Senza neu senza macchia di piccati.
Idda cumanda lu Celu et ha cura
Di li devoti soi di li soi frati
E supra tuttu ha nomu sta Signura
Maria regina di la Pietati.

—o0o—

Ha tri cruni la Matri di Diu
Comu lu fighiu so regna in tri stati
La prima in paradisu stabiliu
Lu vassallaggiu d’Angeli e beati,
la sicunda suggetta a pluturiu
e lu fa schiavu cu l’autri dannati,
la terza in chistu munnu a sennu miu
la fa Regina di la Pietati.

—o0o—

Il tempo è ladro anzi corsaro accorto
Avvezzo a dipredar la vita e gl’anni
Egli nel mar di tempestosi affanni
Ci prepara naufragij anche nel porto.
Crudele é si che dell’occaso all’orto
Uccide alli Monarchi e rapij Tiranni
La plebe il Cavalier soggiace a danni
Di quel huom ch’hier vivea hoggi è gia morto.
Ne giova dir chel tempo é vecchio esangue
Leso nel pie la di cui destra frale
Misura li momenti e par che langue.
Se spesso e di repente egli ci assale
Con la falce invogliata a mieter sangue
Se per giunger veloce, al tergo ha l’ale.

—o0o—

Horologgio di police specchio

Ce nave in vetro imprigionata ahi lasso
Numera l’hore all’huomo et io non tremo
E quel che piu m’adombra anzi piu temo
Ch’egli camina et ella nota il passo
Quant’a me la direi fragil compasso
Che le linee di vita al punto estremo
Vivere al fin ma dico meglio e gemo
Ch’ella sia specchio al huni qua su di passo
s…. super…. potente e forte
…… a mille dietro ove si volve
……………………………………………

—o0o—
Rev.do n.ro Car.mo
Convenendo darsi ogni riparo, per non sortire lo stesso inconveniente dell’anno passato, in occasione della Processione del Corpus Domini, che uscendo da cotesta Chiesa Matrice deve terminare in S.ta Maria la Piazza, e succede, che si viddero due sarrate sfere sopra l’altare con molto scandalo del Publico. Voglio facesse ella à sentire al Beneficiale Sardo, non dover esponer il SS.mo in detta sua Chiesa, sin che sarà terminata la Processione sudetta, e nel caso non si volesse rendere obbediente, passando la medesima seu arrivata in detta Chiesa, e trovando esser esposto il Sacramento, senza terminare in essa la Processione, voglio passasse innanti, e dovesse terminare nella Matrice sudetta, incarendosi, che se conoscerà riuscir difficile l’antedetto, e ne potrebbe sortire maggior inconveniente, anco con serio me ne dovesse dar sudetto la notizia per determinare quanto si stimerà necessario. Avverta eseguire fuori d’ogni umano rispetto, e con tutta puntualità quanto l’ho ordinato, guardandosi fare il contrario, perche mi dara motivo di sommo dispiacere, ed il Signore la felicita: Siracusa 21 maggio 1698
A V/mo. per servirla Don Asdrubale Vesc. Reg. foglio 133
A Rev. mo Sig. Vicario foraneo di Scicli: D. Guglielmo Maggio
La sopradetta lettera detto ordine fu uscito ad istanza dell’Arciprete Rev.do Don Virderi, á caggione che da due anni in qua, il Beneficiale Rev.do Don Gioseppe Sardo della Città di Siracusa prima che arrivava la Processione, facea trovar esposta la sua sfera, quantoche questa è giurisdizione della Matrice privativa à tutte l’altre Chiese, e l’anno passato, primo dell’Arcipretato di D. di Virderi, se ne fece una grandissima agitazione in Siracusa innanzi Monsigr. Ill.mo alla presenza di detto Arciprete e Beneficiato.

Atto di morte

E firalmen(ti) alli sette di Giugno mille settecento vent’uno il Dr. in Sacra Theologia D. Guglielmo Virderi, Arciprete della Ven. Chiesa Matrice di S. Matteo, figlio del quondam Don Giacomo Virderi e di Gerolama Gazzo, avendo divotamente ricevuti li Santi Sacramenti per mano del suo Rev. Can/co Capp/no D. Sebastiano Belguardo, rese l’anima a Dio in età d’anni 58 circa il di cui corpo fù sepolto dentro la suddetta Collegiata Chiesa Matrice, in un fosso particolare per il suo Rev. Capp/no D. Giuseppe Calvo.

CREDITI
Archivio Storico della Ven. e Insigne Collegiata Chiesa Matrice di San Matteo, Apostolo ed Evangelista, Scicli

RINGRAZIAMENTI
Un sentito ringraziamento va al Parroco della Chiesa Madre San Guglielmo di Scicli Don Giovanni Lauretta per la disponibilità mostrata nel permettere la consultazione dell’Archivio.
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