Nuovi test per monitorare le attività vulcaniche
di Irene Savasta

Catania – La ricostruzione delle esplosioni vulcaniche anche in 3D. Una tecnica che è stata sviluppata da un gruppo di ricercatori del Laboratorio Alte Pressioni Alte Temperature di Geofisica e Vulcanologia sperimentali (HPHT) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), grazie all’impiego di due telecamere ad alta velocità e ad alta risoluzione in modo sincronizzato. La nuova tecnica serve ovviamente per monitorare continuamente lo stato di pericolosità dei vulcani.
Responsabile della struttura è il laboratorio HPHT, leader nello sviluppo di nuove metodologie applicate per l’osservazione delle attività vulcaniche. La collaborazione pluriennale con il Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS), l’Università di Hawaii e l’Università di Monaco di Baviera ha permesso di sviluppare e applicare queste nuove tecniche anche sull’Etna, Stromboli e su altri vulcani del mondo (Hawaii, Vanuatu, Indonesia).
E’ stata anche sperimentata, per la prima volta, una tecnica di ricostruzione delle esplosioni vulcaniche in 3D. Grazie a due telecamere messe in due punti diversi di osservazione, è stato possibile esaminare ogni singolo fotogramma e ricostruire, così, in maniera tridimensionale le esplosioni vulcaniche.
Grazie a questi nuovi test e apparecchiature, è possibile misurare la velocità di emissioni dei prodotti piroclastici, il flusso di massa e tutte le caratteristiche del cratere in esame.
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