“Totò, l’ultimo sipario” (Nuova Ipsa Editore, 2013). E' il libro del giornalista palermitano Giuseppe Bagnati, che riproduce il programma di sala di “A prescindere”, diventato raro. La rivista di Nelli e Mangini del 1957 segnò il ritorno del Principe, dopo sette anni, sulla scena, in una trionfale tournèe che iniziò al Sistina di Roma e s’interruppe il fatidico 3 maggio al Politeama di Palermo, a causa di un’emorragia alla retina che provocò un definitivo ritiro dalle scene comunicato il giorno dopo dal colorito annuncio degli strilloni locali: “Totò annurbò!”.
Un momento drammatico nella vita del più grande attore comico italiano. L’attore era in ribalta intento alla parodia di “Guerra e pace”, sbandò, si rifugiò dietro le quinte dall’amata Franca Faldini farfugliando “Non ci vedo, è buio pesto”, prima di completare frettolosamente la replica mentre il pubblico osannante non si accorge di niente.
Franca Gandolfi, moglie di Domenico Modugno, soubrette dello spettacolo, racconta quei giorni palermitani: «Non ci accorgemmo del dramma fino a quando ci è stato comunicato che la compagnia era sciolta per i problemi alla vista di Totò. Ognuno di noi trovò il biglietto per tornare a casa, pagato dal Principe».