Cultura Scicli

Padre maestro Michele Calvo di Scichili

“Sermones de Quaresima”



Scicli - È bello scoprire da Madrid come in passato ci siano state persone così amanti della loro terra da includere nella firma il suo toponimo.
È il caso di Fra Michele Calvo di Scichili, Padre Maestro del Terz’Ordine di S. Francesco, Regolare Osservante, della Provincia di Sicilia.
Un frate vissuto nella prima metà del Seicento, un mostro di erudizione, un uomo di santa vita.
Così lo presenta il Carioti e, per chi volesse approfondire o leggere anche la citazione che il Nostro Arciprete, Scrittore di Storia Patria, fa dal Mongitore, potrà trovarla a pag. 254 del testo “Notizie storiche della Città di Scicli”, edizione a cura di Michele Cataudella, Vol. I.
Io, un testo del Calvo, l’ho ritrovato tra i fondi della Biblioteca di Alcalá de Henares e, ricordando vagamente il Carioti, l’ho richiesto spinto non solo dalla curiosità ma anche dal desiderio di leggerlo. In seguito, compiendo una veloce ricerca in Internet, mi sono reso conto che non è difficile reperirlo e scaricarlo.

L’opera che ho potuto consultare è, comunque, un libro stampato a Palermo da Nicolò Bua e Micheli Portanova nel 1645 dal titolo “Sermones de Quaresima” con sottotitolo “Assunti sopra i Vangeli della Quaresima” Prima parte.
Il libro ha una copertina in pergamena, è della grandezza di un breviario. Le dimensioni, immagino, sono state attentamente considerate per poterne fare uso e portarlo con sé facilmente.
Il Maestro dedica questa pubblicazione “All’Illustre Signor Lancellotto Castello Marchese di Capizzi, Conte di S.Carlo, Cavaliere del Habito di S. Giacomo, de conseglio di S. Maestà, Mastro Rationale del Tribunale del Real Patrimonio del Regno di Sicilia e Vicario Generale del Valle di Noto.”
Domina la dedica lo stemma del dedicatario: un castello con tre torrette sormontate da un giglio stilizzato.
Nella dedica il Religioso, oltre a lodare una presupposta discendenza mitologica della famiglia del Protettore (ma era normale tutto questo in quel tempo) e a tessere le sue sperticate lodi, ne implora anche con umiltà la protezione, al riparo della quale, afferma, la sua vita sarà davvero molto più serena e tranquilla.
Il Calvo, il primo gennaio del 1645, data della dedica del libro, si trovava a Palermo, nel Convento della Zisa.
Il clima di caccia alle streghe, da sempre instaurato in Sicilia e specialmente a Palermo dal Tribunale dell’Inquisizione, giustifica ampiamente le apprensioni del Nostro. La ricerca affannosa di un garante era perfettamente comprensibile, dunque.
Ma i “Sermoni per la Quaresima” del Calvo sono così ben scritti che non avevano, comunque, bisogno certo di una raccomandazione!
Lo schema dell’opera è semplice. Per ogni giorno di Quaresima è composta una predica alla quale segue un proemio e, a questo, tre assunti ognuno dei quali è preceduto da una breve meditazione.
Alla fine, l’edizione del 1645 presenta un errata corrige e contiene un indice dei “luoghi” cioè dei versetti delle Sacre Scritture del Vecchio Testamento che, in effetti, altro non è che una loro spiegazione.
Il Carioti, nella lunga e ampia informazione su questo celebre e importante sciclitano, dedotta dal Mongitore, ci dà anche notizia della sua morte avvenuta a Scicli il 27 novembre del 1654.
Non sapremo mai, in verità, se il Calvo sia stato testimone oculare dell’insurrezione di Palermo dell’agosto del 1647 capeggiata da Giuseppe Alessi.
Sappiamo, però, con certezza che il suo potente amico, del quale il Nostro fu un convinto e sincero ammiratore, diventò nel 1649, dopo l’insuccesso del moto, Pretore della Città di Palermo.

CREDITI
Biblioteca Nacional de Madrid
Biblioteca de Alcalá de Henares
Carioti Antonino, Notizie storiche della città di Scicli, Edizione del testo, introduzione e annotazioni a cura di Michele Cataudella, Vol. I e II, Editore Il Comune di Scicli, La Grafica, luglio 1994
De Nardi Loris, Oltre il cerimoniale dei Viceré. Le dinamiche istituzionali nella Sicilia, 2014
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