Ragusa - Uomini e donne quasi nudi, ricoperti di creta bianca e nera, emergono dalle viscere della terra e cominciano a fluttuare in un turbinio di movimenti spezzati, scontrandosi e incontrandosi sulle note di una musica indie rock. Sono i protagonisti del videoclip «The Dance of the Living Stones», un progetto di arte totale che sposa danza, teatro, scultura, musica e land art, dedicato al Grande Cretto di Alberto Burri e firmato da Angelo De Grande (dal 15 al 25 luglio alla galleria sudestasi contemporanea di Ragusa).
Quello di Angelo De Grande è un progetto a costo zero, durato una settimana nell’agosto del 2016. Vi hanno partecipato 12 attori ex allievi della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, la band indie-rock siciliana, Mashrooms, e il paese di Gibellina che non vuole farsi dimenticare. «Nessuno è stato pagato, siamo riusciti con un crowdfunding a raccogliere una somma per pagarci da mangiare, il comune di Gibellina ci ha ospitati nei locali vicini a una chiesa, dove facevamo le prove. I costumi non esistono, perché i danzatori sono quasi tutti nudi, hanno solo delle scarpe da ginnastica perché il cretto è di cemento ruvido. È un luogo talmente mistico che qualsiasi cosa avessimo fatto sarebbe stata magnifica». La performance dura 20 minuti, il video clip 4, più di cento foto di Pietro Alfano e Lara di Leo documentano le riprese.