Considerato a torto un pittore minore
di Un Uomo Libero.

Claudio Coello (1642 – 1693) fu uno dei massimi pittori che il barocco spagnolo seppe esprimere.
La corte madrilena, abbagliata dal grande talento di Diego Velásquez, impiegò molto tempo ad accorgersi di pittori “minori” che tuttavia lavoravano egregiamente, soprattutto nel periodo che seguì alla sua morte.
Velásquez, in effetti, era stato un vero genio al soldo della Monarchia spagnola, l’artista poliedrico riconosciuto e affermato che con grande libertà aveva sbrigliato il suo senso estetico nella decorazione e nell’arredamento dei regali palazzi.
Le due grandi scuole pittoriche, la sivigliana e la madrilena, si erano scontrate per decenni sul terreno della bellezza e in lui pacificate con risultati a dir poco stupefacenti.
Fu alla morte di Velásquez che la pittura spagnola si ritrovò non solo orfana ma anche priva di quella forza creativa che il grande Maestro aveva impresso nelle sue opere.
Il periodo barocco, caratterizzante le ultime decadi del XVIIº secolo, non ebbe certo lo smalto e lo splendore velasquegni, pur tuttavia brillò d’interpreti assolutamente notevoli quali il Ricci, il Coello, il Palomino e, il più importante di tutti, Juan Carreño de Miranda.
Bisognerà attendere l’arrivo di Luca Giordano (il Luca fa presto) da Napoli per voltare definitivamente pagina nella storia della pittura spagnola.
Tanto il Miranda, quanto il Coello, entrambi “pintores de cámara” ritraevano il malinconico occaso della Casa d’Austria (La austriaca decadencia de España, come ebbe felicemente a scrivere il grande Unamuno).
Sono diventati celebri i ritratti di Carlo II D’Asburgo, eseguiti da Carreño de Miranda, per l’abilità con la quale il pittore “aggiustò” la poco attraente fisionomia del re.
A parte comunque il ritratto ufficiale di Corte, questi pittori non si spinsero oltre, come aveva fatto Velásquez con la sperimentazione prospettica. In effetti, si limitarono a una semplice riproposizione di modelli velasquegni, vincolando la loro pittura a una variopinta e seriale produzione di carattere religioso, molto apprezzata e richiesta da una speciale e particolare committenza.
Per pura curiosità, voglio solo ricordare che Carreño de Miranda fu il fedele consulente artistico dell’Almirante di Castiglia e Conte di Modica, Juan Gaspar Enriquez de Cabrera, la cui pinacoteca poteva reggere il confronto con le più ricche e selettive pinacoteche di Spagna.
Claudio Coello nacque a Madrid nel 1642. Il padre era un bronzista portoghese di grande talento emigrato nella capitale. Per suo desiderio, nel sensato progetto di dare una continuità temporale al suo lavoro, il piccolo Claudio fu messo a bottega dal Ricci, uno dei pittori della scuola di Madrid più rinomati e conosciuti del tempo.
In questa bottega il Coello mosse i primi passi e acquisì le nozioni basilari di una pittura che lo avrebbe, poi, confermato come l’ultimo dei grandi artisti del periodo barocco spagnolo.
Il Ricci non tardò molto a scoprire il talento del suo giovane allievo. Fu proprio questo maestro a convincere il padre a lasciarlo continuare nella pittura.
Coello lavorò a lungo nella bottega del Ricci, intervenendo in molte opere che poi furono firmate dal maestro.
L’amicizia con Carreño de Miranda gli fruttò il permesso di poter studiare da vicino le importantissime collezioni reali nelle quali erano compresi numerosi capolavori di Tiziano, di Rubens, di Van Dick.
La stima di Carreño de Miranda gli valse anche la nomina a “Pintor de cámara” del re, grazie alla quale poté condurre un agiato tenore di vita.
Le informazioni più documentate su questo pittore sono tratte da una celebre opera antologica di Antonio Palomino, pittore anch’egli egregio facente parte dello stesso cenacolo al quale appartenevano Coello e Carreño de Miranda, e ha per titolo “El Museo pictórico y escala óptica”.
Qui non sto, però, a fare una biografia di Coello. Non sono un suo biografo. Neppure sono un critico d’arte per valutare i diversi aspetti della sua opera.
Voglio, invece, aggiungere con questo mio breve saggio una piccola tessera al mosaico della sua vita che non solo dagli scritti del Palomino è stata con sufficienza dedotta ma anche da atti notarili, quietanze e documenti vari ritrovati negli Archivi di Stato spagnoli da diversi e apprezzati ricercatori.
È ovvio, a oggi non tutto si sa di questo importante pittore.
Il documento che qui ripropongo va a colmare una piccola lacuna. È sicuramente un inedito perché non figura nella lista dei documenti conosciuti e ritrovati, relativi alla vita e all’opera di Coello, compilata da Edward J. Sullivan, massimo biografo dell’artista, pubblicata nell’Appendice n. 4 del suo rilevante e insuperato testo “Claudio Coello y la pintura Barroca madrileña”, edito per i tipi di Nerea nel 1989 e ormai fuori catalogo.
Si tratta, infatti, di una scrittura (accennata solo vagamente dal Palomino) da me ritrovata tra gli atti notarili dell’ “Archivo Histórico de Protocolos de Madrid de la Comunidad de Madrid”, grazie alla quale il pittore si obbliga a corrispondere una pensione (sei Reali giornalieri, moneta di Castiglia) alla vecchia e malata madre, donna Bernarda, dal giorno di stipulazione dell’atto fino alla sua morte.
La data del rogito notarile è il 16 luglio 1680. La madre morì a quanto pare l’anno seguente.
Non fu solo un adempimento legale, questa promessa solenne, fu soprattutto la pacificazione di uno scrupolo interiore che lo spingeva davanti a Dio e agli uomini a un’opera di misericordia dettata dall’urgente bisogno di saldare il suo filiale debito di riconoscenza.
Il notaio fa espresso riferimento nell’atto a questo speciale tenero affetto del pittore per la vecchia madre.
Il documento, che qui riporto per la prima volta integralmente trascritto, ci restituisce l’immagine di un uomo giusto, la cui esistenza già era minata dalla malattia che di lì a poco tempo lo avrebbe condotto alla morte.
Le riproduzioni degli originali, riportate a corredo, sono state autorizzate, in seguito a mia richiesta, da “Oficina de Cultura y Turismo/Dirección General de Patrimonio Cultural/Subdirección General de Archivos/Archivo Histórico de Protocolos de Madrid” in data 8 agosto 2017 con Ref: 03/371828.9/17 in Registro de salida 510 dell’8/8/2017.
Qui di seguito la trascrizione del documento
AHPM, T. 8537, f.120/r e 120/v
Not. Jerónimo de la Flor
Claudio Coello obligazion en 16 de Jullio (1680)
Sepase por esta Escriptura de obligazion como Yo claudio coello Pintor Vezino deesta Villa de madrid= digo que por el amor y voluntad y obligaziones que me corren a Bernarda de fuentes mi madre y por estar Viuda y por otras Raçones que me mueben, otorgo y me obligo de dar pagar y entregar a la dicha Bernarda de fuentes mi madre o a quien su poder u derecho ubiere a saver seis Reales por todos los dias de su Vida u de la mia empezando a correr dichos seis Reales desde el dia diez y siete deste pressente mes de Jullio pagados los seis meses primeros de la fecha desta Escriptura en los dichos seis meses y las otras pagas de tres en tres meses cumplidos y pagados y a ello se me pueda apremiar en virtud de esta escriptura con pena de ex/on (execucion, ndt), y costas de la cobrança para que lo abre por firme(,) obligo mi Perssona y vienes havidos y por haver(,) doy poder cumplido a las Justtiçias y Jueçes de su magesttad a cuyo fuero y jurisdiçion me sometto y en espeçial a la de los Señores Alcaldes de estta Cortte y Justtiçia hordinaria de estta Villa, y a cada uno ynssolidum(,) renunçio mi proprio fuero y Jurisdiçion domiçilio y veziendad y la ley si #combeneri# de jurisdiçione omnium judicum para que me lo hagan cumplir como por sentençia passada en cosa juzgada(.)1 Renunçio las leyes de mi favor con la general(,) en forma en cuyo ttestimonio lo otorgue assi. En la villa de Madrid a diez y seis dias del mes de Jullio año de millyseiscientosyochenta siendo ttestigos felix Juarez Alonso Vaez y Geronimo llorente Residentes en esta Corte y el otorgante(,) a quien yo el escrivano doy fee conozco(,) lo firmo
Claudio Coello
Ante mi
Geronimo de la flor
Fonti documentali
AHPM
BNE
Bibliografia
Barrientos García, Fray Luís de León, Epistolario, licencias, poderes, dictámenes, Editorial Revista Agustiniana, Historia viva 23, Madrid, 2001
Bermúdez Ceán, 1800, BNE
CEEH, Centro de Estudios de Europa hispánica, Carreño de Miranda, Dibujos, 19 maggio 2017 – 10 settembre 2017, BNE
Iñiguez Angelo, 1971/b, BNE
Palomino De Castro y Velasco Antonio, El museo pictórico y escala óptica. El parnaso español pintoresco laureado 1715 – 1724, T. III pagg. 450 -460, Aguilar, Madrid, 1988.
Ibidem, Cfr: Manoscritto dallo stesso titolo e dello stesso Autore compreso tra i fondi della BNE.
Pérez Sánchez Alfonso E., Pintura barroca en España, 1600 -1700, pagg. 325 – 329, Catedra, Madrid, 1996
Sullivan Edward J., Claudio Coello y la pintura barroca madrileña, Nerea, 1989
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