Lo sfratto è avvenuto mercoledì 17 gennaio
di Irene Savasta


Vittoria – Le annunciate occupazioni a Palazzo Iacono non ci saranno ma invece potrebbe arrivare un ricorso alla corte di Strasburgo. Restano dubbie, secondo il presidente del Movimento Riscatto, Maurizio Ciaculli, le modalità di sfratto della famiglia Trigona-Genovesi, sfratto che si è consumato il 17 gennaio intorno alle 5.30 del mattino. Insieme all’avocato della famiglia, l’avvocato Riccardo Lana del foro di Gela, si sta valutando la possibilità di portare il caso a conoscenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo.
La domanda è questa: per eseguire lo sfratto, c’è stato abuso di potere? Stando al suo racconto, infatti, il marito è uscito di casa intorno alle 5.30 e le forze dell’ordine lo hanno portato in commissariato. Nel frattempo, la polizia avrebbe usato le sue chiavi per entrare in casa e far uscire i familiari.
La famiglia, dunque, costretta a uscire in fretta e furia, non ha avuto il tempo di prendere nulla: nè gli effetti personali, nè il cellulare per poter chiamare il movimento Riscatto, No Aste o i Forconi. Secondo quanto avrebbe dichiarato l’ufficiale giudiziario, si tratterebbe di un sistema previsto dal protocollo, applicabile nei casi in cui ci potrebbero essere problemi di sicurezza o ordine pubblico. Trigona, infatti, ha più volte minacciato di volersi barricare in casa e di darsi fuoco, piuttosto che lasciare la propria casa.
Sta di fatto che poi la famiglia è stata ospitata in un immobile messo a disposizione della Chiesa Valdese, in via Roma, senza possibilità che possa tornare in possesso della propria casa. Il sindaco Moscato si è detto disposto a collaborare e in questi giorni è previsto un incontro con il Prefetto Librizzi. Intanto, il 22 febbraio, è prevista la convocazione delle parti presso il tribunale di Ragusa.
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