Quando si decide di avere un figlio sicuramente l’alimentazione non può passare in secondo piano dato che condizionerà prepotentemente lo stato di salute della mamma ed anche lo sviluppo del nascituro, è quindi necessario che sia il più possibile varia ed equilibrata per evitare carenze nutrizionali ma dovrà anche essere bilanciata in modo da evitare eccessivi incrementi di peso.
Ma quanto peso bisogna mettere in gravidanza?
Ovviamente la risposta a questa domanda non è univoca perché è necessario considerare molti fattori primo fra tutti il peso della mamma prima della gravidanza; quindi non esiste una dieta che vada bene per tutte le donne comunque in linea di massima per una gestante normopeso l’incremento ponderale nei 9 mesi dovrebbe aggirarsi sugli 8-10 kg. Quando invece la gestante inizia la gravidanza già in sovrappeso è necessario limitare ancora di più l’incremento ponderale quindi la dieta dovrà essere leggermente ipocalorica. Fondamentale è dimenticarsi del vecchio assioma secondo cui “la donna in gravidanza deve mangiare per due” per non esporre il nascituro ad un’eccesiva quantità di insulina (ormone prodotto dall’iperalimentazione) che ha come effetto quello di stimolare eccessivamente la crescita fetale con rischi di sofferenza fetale e altre complicanze perinatali. Il sovrappesso in gravidanza può essere responsabile anche di un problema molto serio cioè il diabete gestazionale (responsabile anche di molti casi di gravidanza a rischio) che può esporre il nascituro e anche la gestante a complicanze molto gravi di cui la più temibile è la morte intrauterina.
Dieta mese per mese
Nei primi tre mesi quando l’incremento ponderale della mamma è minimo anche il fabbisogno calorico dovrà essere di poco superiore alla norma, è però importante che l’apporto proteico e vitaminico siano sufficienti, sono questi infatti i “mattoni” che andranno a costituire i vari tessuti fetali; quindi in questo periodo la dieta sarà leggermente iperproteica. Da non tralasciare in questa fase della gravidanza l’integrazione di acido folico per ridurre il rischio di spina bifida fetale. E’ in questi primi mesi che la gestante può soffrire maggiormente di nausea gravidica, soprattutto mattutina, perciò è bene adottare dei piccoli accorgimenti antinausea quali ad esempio fare una colazione a base di cibi secchi come fette biscottate o pane tostato o cereali abbinati magari a una buona porzione di frutta secca. Un consiglio utile per contrastare la nausea è quello di evitare di restare digiune troppo a lungo e di utilizzare lo zenzero sia fresco che sotto forma di gocce.
Nel secondo e terzo trimestre aumentano le necessità nutrizionali sia per quanto riguarda la quota proteica che di vitamine e sali minerali, il fabbisogno lipidico invece non subisce grosse variazioni pertanto non è necessario eccedere con il consumo di grassi ed è sempre meglio scegliere quelli di origine vegetale e quelli derivati dal pesce ricchi di omega-3. Per quanto riguarda invece la scelta dei carboidrati meglio preferire quelli integrali anche per ridurre il rischio di stitichezza che è un problema classico delle gestanti che predispone anche allo sviluppo delle emorroidi, per contrastare questi fastidi è necessario bere tanta acqua e avere un’alimentazione ricca di fibre (cereali integrali, verdure e frutta).
Un altro fastidio tipico della gravidanza, che compare soprattutto a partire dal secondo trimestre, è il reflusso gastrico, per ridurlo è bene scegliere alimenti non troppo elaborati e difficili da digerire, evitare i cibi speziati, le bevande gassate e i cibi troppo acidi, evitare di sdraiarsi subito dopo aver mangiato e cercare di praticare una regolare attività fisica; questi accorgimenti sono utilissimi anche per ridurre il senso di gonfiore addominale tipico dell’ultima fase della gravidanza. Altro disturbo di cui soffrono molto spesso le gestanti è la candida un’infezione da micotica che non dà problemi al feto ma è estremamente fastidiosa per la mamma, la cosa più importante da fare in caso di infezioni recidivanti è limitare il consumo di zuccheri semplici e aumentare il consumo di cramberry e frutti rossi.
Dieta contro toxoplasmosi
La toxoplasmosi è un’infezione che tiene in allarme la gestante la gestante per tutta la gravidanza; è un’infezione che solitamente decorre in maniera silente ma, specie se contratta nei primi mesi, può determinare malformazioni fetali anche gravissime.
Il toxotest è un esame che fa fatto periodicamente ed è necessario seguire alcuni accorgimenti di tipo igienico-alimentare:
prima di mangiare la verdura cruda lavarla accuratamente con acqua corrente e poi lasciarla in ammollo per un’oretta con acqua e bicarbonato (o appositi disinfettanti); nessuna limitazione per la verdura cotta dato che le alte temperature inattivano il germe
per quanto riguarda la frutta, non ci sono problemi per quella che cresce sugli alberi mentre per quella venuta a contatto con il terreno (es. le fragole) valgono le stesse regole della verdura cruda
la carne va sempre cotta bene (assolutamente vietati carpacci o tartare)
come salumi sono consentiti solo quelli cotti (cioè prosciutto cotto e mortadella).
Dieta per allattamento
Durante l’allattamento è necessario aumentare l’apporto di calorie e di alcuni nutrienti per compensare quelli persi con la produzione del latte; sono necessarie mediamente almeno 500 kcal al giorno in più rispetto al fabbisogno nutrizionale normale. La cosa più importante per una donna che allatta è tenere sempre alto l’apporto di liquidi sia sotto forma di acqua che di brodi o tisane; per quanto riguarda i macronutrienti va aumentata leggermente la quota proteica a scapito dei carboidrati mentre i grassi restano pressoché invariati.