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A Varcuzza: C'è un posto a Donnalucata...

Sul lungomare



Donnalucata – C’è un posto, a Donnalucata, dove i profumi e i sapori dell’infanzia si amalgamano perfettamente con l’innovazione culinaria e la freschezza del prodotto. C’è un posto, a Donnalucata, dove si riesce ad assaporare il mare, un posto in cui è possibile trovare il giusto equilibrio fra delicato e sapido, fra la terra e l’acqua, fra l’antico e il moderno, fra l’estro e la semplicità.
A Varcuzza è un grazioso ristorante-pizzeria che ricorda tantissimo gli chalet sulla spiaggia: i colori predominanti sono il bianco e l’azzurro e al suo interno presenta anche un apprezzabile angolo lettura realizzato in collaborazione con una nota libreria di Scicli.
A Varcuzza ti sa cullare, coccolare, stupire. I piatti, realizzati dallo chef Giorgio Drago sono semplici, ma allo stesso tempo coinvolgenti.

Abbiamo iniziato con un antipasto misto di crudi e cotti. Partiamo dai crudi: gambero blu con stracciatella di bufala e pesto, ostriche con porcini essiccati, filetto di triglia con fragola, bianchetto di triglia, scampi con salsa al gazpacho (una tipica salsa andalusa a base di pomodori), filetto di sgombro con pesche. I piatti proposti non sono i soliti marinati, o i soliti crudi di pesce, spesso troppo aciduli o troppo insipidi. In questo caso, abbiamo particolarmente apprezzato gli abbinamenti dei filetti di triglia e sgombro con la frutta, che ha donato la giusta acidità al pesce, contrastandone la dolcezza. La stracciatella di bufala, invece, ha esaltato il gusto del raro gambero blu, amalgamandone i sapori. Per quanto riguarda gli antipasti caldi: arancina con ragù di pesce, scaccia con baccalà e patate, parmigiana di pesce spatola e zucchine. Gli antipasti caldi sono un trionfo della tradizione culinaria siciliana rivista in chiave marinara.

Tanto è stato delicato il gusto dell’arancina di pesce, tanto è stato esplosivo il gusto della scaccia con baccalà e patate, piatto tipico della cucina marinaresca donnalucatese. Di solito, il baccalà ha un sapore molto forte, ma in questo caso ci siamo ricreduti. Il gentilissimo Bartolo, che si ha serviti al tavolo, ci ha spiegato che la pasta della scaccia è tirata a mano dalla sua mamma, secondo la ricetta tradizionale. E allora, complimenti alla mamma, perché quella scaccia è stata indimenticabile.
Per quanto riguarda il primo, invece, lo chef ci ha deliziati con delle tagliatelle al cacao rigorosamente fatte in casa, con gambero rosso di Mazara, bottarga di tonno e crema di favette. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un mix molto sapiente di tradizione e innovazione: le tagliatelle al cacao, di per se dolciastre, sono state smorzate dalla sapidità della bottarga di tonno. A fare da contraltare ci ha pensato il gambero rosso e ad amalgamare tutto, invece, la crema di favette.

Per dolce, abbiamo assaggiato un notevole cannolo siciliano. Siamo dell’opinione, infatti, che la bontà di un ristorante si vede nei piatti semplici e tradizionali. In questo caso, non possiamo far altro che promuoverlo a pieni voti e vi consigliamo caldamente di assaggiare questo dolce: la crema di ricotta è dolce al punto giusto e la cialda, preparata dal ristorante, era friabile e croccante, proprio come è giusto che sia.
A Varcuzza, per noi, resta un posto da provare anche per l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Chi non ha voglia di mangiare il pesce può benissimo ripiegare sui piatti di terra o sulle pizze, preparate anche con farine particolari. Anche i piatti di terra presenti in menù rispecchiano la filosofia del locale: terra e mare. Con un occhio di riguardo al portafoglio. 

Foto: Davide Modesto


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