Modica - Per tutto il XVII sec. e parte del XVIII sec. la famiglia Grimaldi di Modica ha letteralmente inseguito l'importante famiglia Grimaldi di Genova.
In verità, anche in epoca attuale e indirettamente è successo.
Dopo la pubblicazione del saggio storico "Giuseppe Grimaldi Cavaliere dell'Ordine di Nostra Signora di Montesa" non è più possibile sostenere, infatti, una qualsivoglia parentela tra la famiglia Grimaldi di Modica e l'antica famiglia genovese, come qualcuno ventilò nell'occasione della visita a Modica del Ser.mo Principe Alberto II di Monaco.
Anche se, già dai documenti pubblicati nel testo citato, questa parentela andavano millantandola tranquillamente dai primi anni del Cinquecento, in realtà i Grimaldi di Modica sono dei Caser, mercanti genovesi stabilmente operativi nella Medina del Campo (Spagna) d'inizi Cinquecento. Il cognome "Grimaldi" fu solo un cambio voluto e imposto ai figli da Francesco Caser, il capostipite. Cambio non ratificato da nessuno e frutto esclusivo di una sua segreta ambizione.
I figli, poi, e i successori continuarono a portare quel cognome mendicando nel tempo una legittimazione dai veri Grimaldi che nel Cinquecento mai arrivò e sostanzialmente neppure più tardi.
Il carteggio in esame si giustifica alla luce di quest'ossessione che raggiunge spesso livelli d'insospettabile comicità.
Seppellire a tutti i costi il passato fu il mantra segreto consegnato, come una parola d'ordine, da ogni membro della famiglia ai suoi eredi.
Dopo aver conosciuto, finalmente e a distanza di quasi cinque secoli, la verità, rileggere il carteggio Grimaldi è stato per me un obbligo.
E dire che generazioni di storici sono state fuorviate da queste lettere!
Sarebbe bastata un'analisi più attenta dei loro testi e una seria valutazione del contesto nel quale esse si trovano inserite per insospettire il più ingenuo dei ricercatori.
Tutto questo purtroppo non è avvenuto e la furbizia dei Grimaldi/Caser l'ha fatta franca per molto, troppo tempo.
In realtà, le lettere si trovano copiate nel "Libro Patenti della Contea di Modica".
Il "Libro Patenti" equivale a un repertorio notarile. È, in effetti, il repertorio notarile del Conte di Modica.
Per quale motivo, dunque, bisognava chiedersi, una corrispondenza privata sarebbe stata annotata nel repertorio della Contea di Modica? Ovviamente l'unica risposta possibile è: "per legittimare e tramandare ai posteri una parentela inesistente".
A nessuno, comunque, è venuto mai il sospetto che i Grimaldi/Caser di Modica, da sempre coinvolti nell'amministrazione della Contea di Modica, avrebbero potuto manipolare documenti ufficiali come, appunto, il "Libro Patenti" per portare acqua al loro mulino.
Non solo è stata annotata nel "Libro Patenti" questa corrispondenza privata composta da tre lettere di pertinenza della famiglia Grimaldi/Caser ma anche la trascrizione del titolo di principe concesso da Carlo II, re di Spagna, a Carlo Grimaldi il 4 novembre 1692!
In effetti, le tre lettere che costituiscono il carteggio Grimaldi/Caser con i Grimaldi veri e il privilegio di Carlo II sono un unicum inscindibile che ci fa capire come i Grimaldi/Caser di Modica, nella latitanza di un conte legittimo e lontano, usassero con disinvoltura e spregiudicatezza la contea.
Ad ogni modo, da un'attenta analisi delle date del carteggio già si sarebbe potuto intuire come il processo di nobilitazione del blasone fosse in atto da tempo e particolarmente controllato.
La lettera del 29 agosto del 1682 scritta dal Cardinale di Aix-en-Provence Girolamo Grimaldi (1597/1685) a Francesco Grimaldi/Caser non solo fa riferimento a una precedente lettera di questi inviata al cardinale in giugno ma c'informa sull'esistenza di contatti precedenti avuti da suo padre, Giovanni Grimaldi, barone di San Giovanni, con il cardinale e su quanto, al pari del figlio, il padre avesse insistito in merito alla supposta parentela:
e non dev'ella dubitare che non sia viva in me la memoria della sua famiglia, si perche la considerai sempre derivante dalla mia, si anche perche mi restano impresse nell'animo le testimonianze d'affetto verso di me dal sig. Bar/ne di San Giovanni suo padre di felice ricordanza…
Il cardinale nel suo scritto ha parole di ammirazione per il fratello di Francesco, Agostino, cavaliere dell'Ordine di San Giovanni, tragicamente caduto a Candia. Definisce la sua morte "eroica" e la ascrive a merito della stessa famiglia Grimaldi (quella vera di cui i Caser si vantavano di far parte).
La verità è che l'ottuagenario prelato con molta probabilità si era accorto di essere stato turlupinato e circonvenuto. Forse aveva accettato pro bono pacis o per bon ton le dichiarazioni di parentela contenute nelle lettere ricevute come oggi spesso usa con uomini famosi e importanti, le cui segreterie sono intasate di richieste d'ogni genere, comprese anche rivendicazioni di pseudo parentele e filiazioni.
Lo stile della lettera di risposta dell'uomo di chiesa, distaccato e prudente, che non rivela un'autentica e seria ammissione di parentela, va in questa direzione. Scritta in un linguaggio forbito, frutto di un'affettazione tipica dell'epoca, la lettera si limita a certificare, ripetendolo pedissequamente e senza nulla aggiungere, quanto affermato dalla precedente corrispondenza proveniente da Modica.
La seconda lettera annotata nel libro "Patenti della Contea di Modica" è del Principe di Monaco (Antonio I Grimaldi fu principe di Monaco dal 1701 al 1731, ndr), spedita da Monaco il 31 marzo del 1702.
Pure questa lettera (che è recapitata al Principe via Parigi) risponde a una precedente inviatagli nel febbraio da Carlo Grimaldi e Rosso, ormai principe anche lui.
Da qualche decade la famiglia aveva messo al sicuro il titolo principesco e il Nostro poteva scrivere da pari a pari al sedicente "cugino" monegasco.
Il principe di Monaco, in questo caso, al contrario del cardinale, con la spontaneità della sua prosa rimprovera benevolmente l'insistenza del Grimaldi e Rosso:
Mi capita per via di Pariggi la lettera di V.S. Ill/ma in data del primo del passato febraro con somma mia sodisfattione di vedere, ch'ella non si scorda di me, che tanto mi professo tenuto alla di lei galanteria, per la continuazione del cortese suo affetto, da me stimato al magior segno; così le ne rendo grazie infinite
Come nelle altre, anche in questa missiva è sciorinato il mantra della pseudo parentela
Già era à mia notitia tutto ciò, che V. S. Ill/ma hà ben voluto scrivermi dell'attinenza della sua Casa con la mia, assicurandole, che la stima, ch'io ne fò è quale deve essere per ogni conto per il di lei particolare risguardo, e per quello ancora de ss/ri suoi fratelli, per i quali hò pure tutta la considerazione, che tanto mi si conviene…
Da notare che il principe non firma la lettera col nome e cognome, come sarebbe normale e corretto tra parenti veri ma semplicemente col suo titolo, come invece avviene tra persone estranee che neppure si conoscono e nelle lettere convenzionali indirizzate a postulanti.
La terza lettera è davvero comica.
È sempre una lettera di risposta dello stesso Principe di Monaco a una precedente inviatagli dal Grimaldi e Rosso nel luglio di quello stesso anno 1702.
Il principe, in quest'ultima, si scusa per il ritardo nel rispondere dovuto a un disguido della posta.
A luglio il Grimaldi e Rosso gli aveva chiesto per un raptus di adulazione un ritratto da esporre in bella evidenza in una delle sale del suo palazzo di Modica.
Il principe, molto incuriosito e sorpreso dall'originale richiesta, risponde che lo farà eseguire e glielo spedirà.
Lo saluta questa volta come "parente".
Lo scopo era stato, dunque, raggiunto!
Che cos'è rimasto, oggi, di tutti gli antichi sforzi, mi sono chiesto dopo l'attenta analisi?
Nulla.
O meglio una grande lungimiranza degli ultimi eredi che hanno ridistribuito con intelligenza alla gente di Modica le ingenti fortune che prima erano state a essa sottratte, complici il disinteresse e il silenzio/assenso di un conte lontano.
Una filantropia illuminata quella degli ultimi Grimaldi/Caser, per la quale ristabilire la verità storica aggiornando l'albero genealogico della famiglia sarebbe solo un processo di onestà intellettuale.
Ma a questo penseranno genealogisti e studiosi di araldica molto più competenti di me, com'è giusto che sia.
CREDITI
AGS
ASM
Pellegrino Francesco, Giuseppe Grimaldi Cavaliere dell'Ordine di Nostra Signora di Montesa, The Dead Artists Society, Catania, 2018
Treccani, vocabolario on line
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di Un Uomo Libero.
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