''Evangelii Gaudium''
di Redazione


Ragusa – Come essere Chiesa tra la gente e come portare a tutti la gioia del Vangelo? A queste domande ha risposto monsignor Nunzio Galantino, Presidente Amministrazione patrimonio sede apostolica (Apsa), durante l’assemblea diocesana che si è celebrata lunedì sera in cattedrale e che di fatto ha aperto l’anno pastorale 2018-2019.
Monsignor Galantino, già a partire dal sotto titolo che ha dato alla sua relazione (“Chiesa in un uscita: slogan o conversione del cuore?”) ha posto la Chiesa (i presbiteri, i consacrati, i laici, le parrocchie, i movimenti) davanti a una serie di bivi che, in realtà, non possono che, se illuminati dall’ascolto del Vangelo e della società di oggi, condurre a un unico percorso. E così si è chiesto se la Chiesa vuole vivere nella “nostalgia” del passato (“quando il cristiano e il cittadino coincidevano” e la Chiesa era “al centro della vita dei paesi”) o vivere con “coraggio un confronto disincantato della storia in cui viviamo? Oppure se la Chiesa oggi preferisca essere “in uscita” o “fuori corso”, o ancora se occorra concentrarsi su una pastorale di “conservazione” o di “missione”. Interrogativi che diventano un esa-me di coscienza per le nostre comunità quando monsignor Galantino si chiede in che modo le “ener-gie” impegnate in parrocchia riescano “testimoniare la forza davvero affascinante della proposta di Gesù”.
Così, riprendendo la ”Evangelii Gaudium” di Papa Francesco, monsignor Galantino ha posto la Chiesa davanti a “una nuova tappa” dell’evangelizzazione, in grado di rendere vivo il Vangelo “nella nostra storia”, animando i “dinamismi della nostra società e della nostra cultura”. Occorre una vera e propria “conversione pastorale” per “comunicare e testimoniare in maniera efficace oggi”. Il rischio è rafforzare l’idea che oggi si ha della Chiesa sempre più “abbandonata perché non riesce a trasmettere entusiasmo per una vita vissuta nel nome di Cristo, lasciandosi illuminare dal Vangelo”.
Non ci sono scorciatoie o sussidi prestampati validi per tutti. C’è però uno stile che deve rendere rico-noscibile le comunità cristiane. Ed è uno stile che si nutre dell’ascolto (della parola di Dio e della so-cietà), che non si sottrae al confronto, che vive la gioia delle relazioni, che non si lascia vincere dal pessimismo, che agisce con trasparenza evangelica in tutte le sue scelte e pratica l’umiltà, l’accoglienza e, soprattutto, la carità. È questa la Chiesa in uscita pensata da Papa Francesco ed è con questo stile che la comunità ecclesiale di Ragusa intende vivere il suo anno pastorale.
“Solo una parrocchia disposta a lasciarsi raggiungere, oltre che dalla Parola di Dio, dalla vita e dalla storia concreta degli uomini e delle donne – ha concluso monsignor Galantino – smetterà di pensare che la carità è uno dei tanti ambiti di impegno pastorale per considerarla, invece, la strada maestra che educa la comunità cristiana a un’etica solidale, a una cultura dell’accoglienza, capace di essere condivisa anche da chi non è credente, di incidere sui problemi del territorio e di aprirsi alle questioni sociali e politiche da cui dipende spesso il superamento delle ingiustizie e delle emarginazioni”.
L’assemblea diocesana si era aperta con il saluto del vescovo, monsignor Carmelo Cuttitta, che aveva ricordato come “questo lembo estremo del Mediterraneo è stato ed è ormai da anni teatro di sofferenze e di morte ma anche ancora di speranza per quanti sono stati soccorsi e accolti per dare loro un futuro di pace e di sicurezza. Crediamo e speriamo – aveva aggiunto monsignor Cuttitta – in una seria integrazione. Vogliamo essere sempre accoglienti”.
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