Guido Harari ha avuto il privilegio di essere il fotografo di Fabrizio De Andrè. La persona di cui Faber non ha avuto vergogna.
Durante le prove in vista dei concerti "cominciava un piccolo gioco di sparizioni e avvistamenti, come quando, vagando per i camerini del palasport di Bologna, me lo ritrovai sdraiato contro un termosifone, che dormiva. Nacque così una delle immagini a cui tutt’e due siamo rimasti più legati, e che lui volle commentare parafrasando il testo del Pescatore: «Col culo esposto a un radiatore s’era assopito il cantautore». Chi l’aveva mai visto così vulnerabile? Fabrizio, buttato per terra in un angolo al pari dei personaggi di certe sue canzoni. Quando gli mostrai la foto, mi ringraziò e quella fiducia divenne la cifra del nostro rapporto", racconta oggi Harari.
Nella foto di Guido Harari, Palasport, Bologna, 1979, Fabrizio De Andrè durante la tournée con la PFM.