Roma - Seicento passi. Tanti ne ha percorsi Pina Orlando che avrebbe compiuto 38 anni domani. Ha camminato nell'alba fredda di Roma e del suo animo, a Testaccio, stringendo forte le due bimbe di quattro mesi, Sara e Benedetta, avvolte in un lenzuolo. La terza gemellina era morta dopo il parto.
Ha superato le luci del mercato coperto e le scritte sui muri dei palazzoni. Ha attraversato il Lungotevere, è arrivata a metà di Ponte Testaccio, sullo sfondo il gazometro. Il suo corpo sarà ritrovato molto più avanti, a Ponte Marconi. Si stanno ancora cercando quelli di Sara e Benedetta. Chissà cosa pensava Pina a luglio, quando con il marito ingegnere si era trasferita a Roma.
«Signora, aspetta tre bimbe», le avevano detto, meglio essere vicini a un centro specialistico come il Policlinico Gemelli con una delle terapie intensive neonatali più importanti di Italia. Chissà che Natale immaginava quando quella gravidanza tanto inseguita, anche con l'aiuto della medicina, finalmente era arrivata. Gli esperti parlano di depressione post parto, solitudine, di un peso insostenibile. Ma forse è giusto che Pina non venga ricordata solo per quei seicento passi.