È svanito contro un rinato Tomas Berdych il sogno di Marco Cecchinato di giocare la prima finale ATP in carriera sul cemento. Dopo aver superato nei quarti il serbo Dusan Lajovic, il tennista azzurro si è arreso all'esperienza del ceco in due set nel torneo di Doha. Un risultato, quello sulla superficie più dura, che lascia ben sperare per il 2019, anno in cui il palermitano è chiamato al definitivo salto di qualità e alla difesa dei punti conquistati sulla terra rossa nel 2018.
Nell'ora e mezzo di gioco della semifinale il 26enne palermitano ha mostrato sprazzi di gran gioco ed evidenti segni di crescita sul terreno meno adatto al suo stile. Il primo set è stato estremamente equilibrato: i due avversari hanno tenuto il servizio fino al 3-2 per l’azzurro, poi Cecchinato ha strappato il servizio al ceco e si è portato sul 4-2. Qui la reazione di Berdych: immediato controbreak e parziale che scorre fino all'inevitabile tie-break.
Arrivati all'ultimo atto del parziale l'azzurro ha sprecato un vantaggio di 6 punti a 3 per farsi poi raggiungere e superare per 8 a 6.
Nel secondo set il tennista ceco è tornato improvvisamente ai livelli che l'avevano portato al numero 4 del mondo. Servizio pesantissimo e preciso, grandi colpi da fondo e pochissimi errori gratuiti. Colpi che gli permettono di portarsi subito sul 4 a 1 e di mettere l'ipoteca finale alla semifinale del torneo inaugurale della stagione 2019.
Cecchinato chiude un buon torneo con una sconfitta dolorosa ma che lascia ben sperare per il futuro. Il 26enne, vincitore lo scorso anno dei tornei di Budapest e Umago, il primo da underdog e il secondo da favorito dei pronostici di Unibet Scommesse, e semifinalista del Roland Garros, non era mai arrivato così avanti in un torneo sul cemento. Forse la conferma migliore del lavoro fatto durante la pausa invernale e la dimostrazione che l'azzurro può essere competitivo su tutte le superfici.
È proprio questo l'obiettivo per la stagione appena iniziata del tennista rivelazione del 2018. Se ci fosse un premio da assegnare alla sorpresa dell'anno in ATP, Cecchinato sarebbe stato lo scorso anno uno dei probabili vincitori. 89 posizioni guadagnate in classifica, l'ingresso nella top 20 per la prima volta in carriera (dopo la semifinale di Doha è arrivato anche il best ranking, posizione numero 18) due tornei vinti e la semifinale del Roland Garros.
Proprio quella di Parigi resta una delle imprese dello sport italiano 2018. Dopo aver vinto poche settimane prima a Budapest il primo torneo ATP della carriera (e da lucky loser) il tennista palermitano si presentava a Parigi con tanta voglia di fare bene ma senza aver mai vinto un turno in uno slam. Obiettivo centrato con il successo al primo turno con il rumeno Marius Copil. Da lì in poi Cecchinato non si è più fermato e ha battuto, in ordine: Trungelliti, Pablo Carreno Busta (numero 10 del ranking) e David Goffin (numero 9).
La vera impresa è arrivata però ai quarti. Cecchinato si è trovato davanti Novak Djokovic, campione a Parigi nel 2016 e l'ha battuto in 4 set con il punteggio di 6-3, 7-6, 1-6, 7-6. E nulla ha tolto alla fantastica cavalcata la sconfitta in semifinale contro Thiem. Il palermitano ha infatti scritto la storia dello sport italiano riportando 40 anni dopo Corrado Barazzutti un atleta azzurro tra i migliori quattro di uno Slam.
E qualche settimana dopo è arrivato il successo nell'ATP 250 di Umago, risultato che ha permesso al siciliano di entrare nella top 20 e di rimanerci fino a fine 2018.
Nell’ultima stagione Cecchinato è cresciuto in maniera esponenziale sia dal punto di vista tecnico che da quello mentale. Più che il livello di gioco raggiunto, ha stupito la personalità messa in campo nei momenti difficili delle partite e la volontà di sfidare a viso aperto anche i campioni più quotati. Doti che erano mancate negli anni precedenti passati a cavallo del numero 100 del mondo. Ma se la scalata verso la vetta è stata dura, quella per la riconferma lo sarà ancora di più. Tutti lo aspetteranno al varco e ci sono moltissimi punti da difendere: una situazione nuova per il palermitano. Serviranno carattere e nervi saldi e una capacità di adattamento maggiore all'erba e al cemento. La prima, positiva, risposta è arrivata con la semifinale di Doha.