Palermo - E' stato sovrintendente del Teatro Garibaldi di Modica.
Giorgio Pace è nella bufera a Palermo. Nel mirino la gestione del sovrintendente uscente dell'Orchestra Sinfonica.
A denunciarla Giovanni Riggio, commissario ad acta della Fondazione, che ha inviato alla Corte dei conti una relazione di dieci pagine.
Il rapporto, redatto dall'ex commissario ad acta che ha cessato il mandato dopo la nomina del Cda in carica, segnala consulenze e forniture affidati per importi sotto soglia per 'intuito persona' "in difetto alla trasparenza e alla libera concorrenza", l'utilizzo di personale precario in attività di programmazione artistica anziché in mansioni minori come si dovrebbe, compensi maggiori del previsto, gestione allegra del personale, un numero di permessi ai dipendenti eccessivo.
Giorgio Pace si liquidava 100 mila euro lordi l'anno.
Pace, attuale direttore amministrativo del Teatro San Carlo di Napoli, replica: "Cominciamo col chiarire una questione: ho raggiunto l'età pensionabile - dice - ma tuttora non percepisco alcuna pensione. Quando mi accusano di sommare la mia retribuzione all'assegno di quiescenza, dicono il falso. In ogni caso, il mio contratto non l'ho redatto io, ma il presidente del Cda che mi ha nominato nel 2016".
Sull'impiego di un lavoratore ex Pip nell'attività amministrativa della Fondazione, Pace spiega che si trattava di "una persona particolarmente abile a lavorare al computer, che riportava in formato digitale dati e tabelle. Un semplice esecutore che non ha mai preso alcuna decisione di merito e che ho valorizzato per le sue competenze informatiche".
Nell'esposto si parla di "affidamenti sotto soglia" per i quali non sono previste gare. "Quale sarebbe il reato? Ho realizzato una biglietteria - risponde l'ex sovrintendente - per far pagare l'ingresso ai visitatori del teatro Politeama, riuscendo a portare nelle casse della Fondazione 120mila euro".
Pace rivendica il risanamento della Fondazione: "Mi accusano di aver contratto un mutuo di sette milioni, a tasso zero, con la Regione siciliana (stessa operazione che ho fatto allo Stabile di Catania), che si estinguerà nel 2032. Quando sono arrivato alla Foss, ho trovato 12 milioni di debiti e per due anni ho lavorato sui conti. Ho rottamato cartelle esattoriali per circa 5 milioni, riducendo così l'ammontare del debito; ho pagato i dipendenti che non ricevevano stipendi; ho rilanciato l'attività, come si evince dalle iniziative fatte. Ho messo mano alla montagna di carta accumulata senza criterio e che produceva caos su caos. Si pensi che nel 2013 il collegio dei sindaci rifiutò di sottoscrivere il bilancio, che era falso, come ho già detto in altre occasioni".
"Per il mio lavoro avrei meritato un grazie - conclude Giorgio Pace - invece prima sono stato mandato via e ora insultato. Ma non starò a guardare". La Foss - trasformata in fondazione nel 2001 - ha cominciato la sua attività nel 1958. Attualmente ha 113 dipendenti (erano 141 nel 2016) e le spese per personale sono di circa 7,2 milioni. Prima dell'arrivo di Pace, ricorda l'ex sovrintendente, per l'attività artistica erano assegnati 350mila euro, portati a 1,2 milioni in meno di tre anni.