Sei milioni di persone in Italia hanno problemi di tiroide. Lo dicono i dati della Fondazione Cesare Serono. Ma solo il 48 per cento esegue gli esami di routine. In genere lo fa chi sa già di avere in famiglia altre persone con lo stesso problema. L'origine delle alterazioni tiroidee, infatti, è genetica. E questo è anche il motivo per cui colpiscono soprattutto le donne, circa 8 volte più degli uomini. Ma di chi loro può ottenere il bonus previsto per il 2019?
Per capire se rientri nella lista dei beneficiari del 550 euro per ha patologie legate alla tiroide devi capire come funziona il riconoscimento dell’invalidità per alcune malattie, come appunto quelle legate alla disfunzione tiroidea. Per vedere riconosciuto il diritto all’invalidità per una specifica malattia è necessario che questa sia nella tabella specifica ministeriale dove a patologia viene assegnata una percentuale di esenzione dalle spese mediche in base alla gravità.
Per ottenere i benefici concessi dalla legge a chi presenta una invalidità da malattie tiroidee la percentuale deve essere non inferiore al 33%. Quindi, con un’invalidità minima del 33% si ha diritto ad alcuni aiuti, per esempio le protesi gratuite.
Chi ha diritto al bonus tiroide 2019
Gli invalidi al 100% hanno diritto infine all’indennità di accompagnamento e alla pensione di inabilità. Con il 50% di invalidità si possono ottenere specifici congedi dal lavoro per le cure mediche. Con il 66% si ottiene l’esenzione dal pagamento del ticket per le visite e gli esami relativi a quella patologia. E se l’invalidità supera il 75% è riconosciuto il diritto a percepire un assegno che dipende dal reddito percepito e non può superare il limite massimo di 550 euro. Quindi per ottenere il bonus devi avere una certificazione relativa a un’invalidità superiore al 75%.
Per la tiroide in particolare viene riconosciuta una percentuale del 100% all’ipotiroidismo con grave ritardo mentale, tra il 50% e l’80% all’iperparatiroidismo primario e tra il 91% e il 100% all’ipoparatiroidismo che non risponde ai trattamenti. Nessuna altra disfunzione della tiroide dà diritto ai benefici connessi all’invalidità. Però, in compenso, il Servizio Sanitario Nazionale concede l’esenzione dal pagamento del ticket per molti esami relativi alla tiroidite autoimmune. Anche se non c’è invalidità.
Chi soffre di tiroide
Una donna su due che soffre di problemi alla tiroide non lo sa. Perché i sintomi sono così diversi, e spesso sfumati, che ricondurli all'origine non è sempre facile. Può essere un'eccessiva stanchezza o una tachicardia, un dolore al braccio o un bruciore di stomaco. Accade perché questa ghiandola posizionata nel collo, attraverso il rilascio dei suoi ormoni, regola il metabolismo, cioè tutti i processi che trasformano il cibo in energia. Quindi influenza la crescita, la temperatura corporea, la distribuzione dei liquidi e tanto altro.
Come accorgersi se la tiroide non funziona
Il malfunzionamento della tiroide ha due facce. C'è ipotiroidismo quando la ghiandola produce pochi ormoni e ipertiroidismo quando ne rilascia troppi. Nel secondo caso accorgersene è più facile: si presenta con palpitazioni, ansia, ipersudorazione, insonnia. Nel primo, invece, si tratta di sintomi più generici, come stanchezza e sovraffaticamento. Ma per capire tutto basta un semplice esame del sangue che misura il livello del Tsh, la sostanza che controlla il rilascio degli ormoni tiroidei.
Qui trovi un aiuto
Su tiroideinprimafila puoi compilare un questionario di autovalutazione per capire se sei a rischio.