Noto - Dopo l’operazione dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che ha portato al sequestro di 26 opere e dopo la presa di posizione del sindaco Corrado Bonfanti, adesso tocca a Sicilia Musei, produttrice della mostra “L’impossibile è Noto” a cura di Giancarlo Carpi e Giuseppe Stagnitta, intervenire sulla vicenda. Lo fa con una nota stampa in cui passo dopo passo offre informazioni sulle 22 opere di dubbia autenticità e sulle 4 di De Chierico definite false.
“Paradossale il sequestro – si legge nella nota – per dubbia autenticità, dell’opera Hier der Bestellte Wagen del 1935 di Paul Klee, registrata con il numero di archivio (catalogo ragionato 6857) ed esposta sei mesi fa al Mudec di Milano in una monografia su Klee realizzata con il Zentrum Paul Klee di Berna. Il nucleo di opere futuriste sequestrate e parte delle quali senza rilievo fotografico e senza richiesta di documentazione specifica si compone di lavori autenticati dagli archivi deputati: Elena Gigli per Giacomo Balla, Maurizio Scudiero per Fortunato De Pero, Alberto Dambruoso per Umberto Boccioni, Fondazione Russolo – Pratella di Varese per Luigi Russolo, Massimo Carrà per Carlo Carrà. Inoltre alcune di queste opere sono ben note fin dai primi anni ‘80 ed esposte più volte in Musei Nazionali, quali Palazzo delle Esposizioni di Roma, Accademia di Francia, Palazzo Reale di Napoli, e in mostre curate dai più autorevoli storici del futurismo di sempre (Maurizio Calvesi, Enrico Crispolti, Maurizio Fagiolo dell’Arco e dai rispettivi specialisti e Giovanni Lista). Il nucleo di opere futuriste è stato esposto in Musei stranieri, con il parere rilasciato dalle Sovrintendenze per l’esportazione temporanea, quali: il Kunst Forum di Berlino, il Palau della Verina di Barcellona, Museo Emma di Helsinky, Lo Sprenger Museum di Hannover. Così come l’opera di Miro’ , anno 1930 che presenta il timbro della galleria Adom e autentica di Jaques Dupin. In mostra presenti anche altre tre opere di Mirò (tempere su carta), provenienti da una collezione privata siciliana e nelle cui didascalie erano evidenziate (attribuito). Per non parlare di uno dei Kandisky sequestrati, acquistato ad un asta pubblica da Christie’s e noto a Vivian Endicott Barnett ed esposto nella monografia su Kandinsky al Museo Archeologico Regionale di Aosta nel 2012. Inoltre in mostra presenti due Kandinsky, di una prestigiosa collezione privata, Paesaggio 1911 e Astratto 1920 (nella didascalia attribuito) ereditati e già sottoposti a richiesta di autentica a Kandinsky experts, 33 West 19th street, 4th floor New York, NY 10011. Quanto ai due disegni di Max Jacobs sono stati esposti e pubblicati in catalogo nella monografia degli anni 1979″.
Discorso diverso, invece, per le opere di De Chirico esposte: “posto che sono tutte firmate ed una reca nel retro una dedica autografa dell’artista e timbro della galleria Borganzi 1988, in via cautelare sono state esposte con la dicitura attribuito. Sul tema delle autenticità delle opere, si è espresso in modo chiaro anche il Tribunale di Roma con la sentenza nr. 13461 del 26.06.2019”.
I titoli di questi ultimi giorni non sono piaciuti a Sicilia Musei, che però, assieme ai curatori della mostra, si è detta “disponibile a fornire su richiesta tutta la documentazione”, ribadendo che “le opere sono state sequestrate senza gli approfondimenti necessari basandosi su un teorema di reati commessi totalmente inesistenti”.
“Sicilia Musei ed i curatori – si chiude la nota – si sono messi a disposizione dell’autorità giudiziaria per fornire la più ampia e precisa collaborazione al fine di chiarire e dimostrare i complessi equivoci della vicenda. Sarà curioso, visto l’accanimento, verificare le fonti che hanno ispirato questa azione colpendo una realtà che ha prodotto oltre 21 mostre in Sicilia senza ottenere mai un contributo pubblico ma stornando addirittura una commissione sulla biglietteria. Soltanto sulla città di Noto per realizzare le mostre sono stati investiti 720.000 mila euro da Sicilia Musei e dopo un quadriennio di attività ininterotta al Convitto delle Arti Noto Museum non abbiamo ancora visto altre realtà disposte a investire in modo importante per sostenere il progetto “Noto Città d’Arte””.