Alcuni ospedali diventati centri di contagio del virus
di Redazione

Milano – La Lombardia è un caso mondiale nella vicenda coronavirus. Perchè il contagio ha avuto la capacità di entrare come lama nel burro in questa regione itaiana, la più importante?
La prima risposta è nell’inquinamento atmosferico. I dati evidenziano una relazione tra i superamenti dei limiti di legge per il Pm10 e il numero di casi infetti da Covid-19. Gli scienziati sostengono che esiste una una relazione tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di Pm10 e PM2,5 e il numero di casi infetti da Covid-19.
Il Pm10 avrebbe, secondo la ricerca, esercitato un’azione di “boost”, cioè di impulso alla diffusione virulenta dell’epidemia. Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura padana hanno prodotto un’accelerazione alla diffusione del Covid19. L’effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai. Il particolato funge da conduttore per il trasporto del virus.
Il particolato atmosferico funziona da vettore di trasporto per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus che si “attaccano” (con un processo di coagulazione) anche per ore, giorni o settimane. Inoltre, sarebbero lunghe le distanze che il virus potrebbe percorrere così trasportato.
I Nas dei carabinieri intanto sono stati negli ospedali lodigiani in relazione alla vicenda del coronavirus. L’ispezione dei Nas è iniziata all’ospedale di Codogno per poi proseguire in quello di Casalpusterlengo e concludersi nella notte all’ospedale Maggiore di Lodi.
La Procura di Lodi ha aperto un’inchiesta sulla vicenda della diffusione del coronavirus e sulle procedure adottate negli ospedali di Codogno, Casalpusterlengo e Lodi. Quanto accaduto in particolare all’ospedale di Codogno – con eventuali mancanze nei protocolli di controlli – è oggetto delle attenzioni delle autorità per capire come si è diffuso il virus prima del ricovero del “paziente 1”, il 38enne che si è ammalato per primo.
Le mancate precauzioni avrebbero fatto diventare queste strutture veri e propri focolai di moltiplicazione del virus.
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