Modica - Il 17 dicembre 2019, in seguito a una forte febbre e a una notte insofferente, ho deciso di chiamare il 118 e di farmi trasportare all’ospedale Maggiore di Modica.
Arrivato lì, dopo i primi accertamenti di laboratorio, i medici decidono il mio ricovero nel reparto di nefrologia per insufficienza renale.
Effettuato un primo ciclo di dialisi, i sanitari decidono il mio trasferimento nel reparto di Rianimazione per sopravvenute difficoltà respiratorie. A distanza di pochissimo tempo ho avuto uno shock anafilattico, e il dottor Rosario Trombadore, insieme al suo staff, hanno deciso cautelativamente di mettermi in coma farmacologico.
A quel punto è iniziata la lotta e corsa per la vita, attraversata da tanti, potentissimi antibiotici, per sconfiggere quella che nel frattempo si era scoperta essere “una forte infezione da contatto”.
E’ stata una battaglia lunga e sofferta, vinta grazie al duro e attento lavoro di tanti medici e infermieri che mi hanno curato.
Dico il mio grazie al Direttore del Reparto di Rianimazione Rosario Trombatore, e a tutto il suo staff medico e infermieristico, che ha fatto di tutto per riportarmi in vita. Grazie al direttore del reparto di nefrologia dott. Salvatore Musso, al suo collaboratore dottore Sessa e ai tecnici. Grazie alla dottoressa Maria Antonietta Di Rosolini, del Reparto di Malattie Infettive, per la sua consulenza e apporto alla diagnosi.
Grazie al dottore Michele Guccione, del Reparto di Chirurgia, che ha compreso che per fermare l’infezione era necessario togliere la necrosi che si era formata sulla mia coscia.
Un grazie anche al direttore del reparto di chirurgia plastica dell’ospedale Papardo di Messina, dott. Francesco Romeo, per la sua professionalità ed esperienza nella ricostruzione della parte mancante della gamba.
E’ andato tutto bene. Grazie alla sanità siciliana.
Giorgio: Io vivo per miracolo, vivo grazie a medici bravi
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
di Lettera firmata
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