Cultura Scicli

Ori e splendori della chiesa di Santa Maria La Nova di Scicli

Tra le opere inventariate il “Quadrone”, raffigurante la natività della Vergine

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/05-07-2020/ori-e-splendori-della-chiesa-di-santa-maria-la-nova-di-scicli-500.jpg Ori e splendori della chiesa di Santa Maria La Nova di Scicli


 Scicli - Il 5 novembre 1799 l’Illustre Consultore del Governo del Regno di Sicilia Signor don Giacinto Troysi, Procuratore, Protettore e Giudice amministratore della Venerabile Confraternita di Santa Maria La Nova di Scicli, nominata con testamento del 1565 erede universale dal defunto Pietro Di Lorenzo Busacca, con sua lettera “officiale” ordinava ai Rettori della Confraternita di procedere alla confezione di un inventario dei beni mobili (giogali, paramenti, tappeti, ecc…) e di valore (argenti, statue e opere d’arte) presenti all’interno della Chiesa di S. Maria La Nova, sede naturale della Confraternita.
“Per non succedere smarrimento o involamento di oggetti” recitava l’ordine dato.
In effetti, la lettera “Officiale” del Troysi nel sollecitare l’inventario aveva come scopo quello di “fotografare” la chiesa della Confraternita in un momento ben preciso e cioè prima di radicali ristrutturazioni che a breve l’avrebbero interessata.
I Rettori (nelle persone di don Pietro Paolo Beneventano, del Duca don Guglielmo Maria La Rocca, del Barone Vincenzo Beneventano e del Barone don Francesco Spadaro) riuniti nell’aula capitolare il 24 dicembre 1799, vigilia di Natale, presa carta e penna, cominciarono pazientemente a enumerare qualsiasi oggetto presente non solo dentro la chiesa ma anche nella sacrestia e nell’aula capitolare non trascurando davvero nulla, neppure gli scalini e le scale che in ogni caso erano spesso usati per la pulizia del tempio.
Ci resta, dunque, una splendida immagine a colori di una chiesa che oggi nessuno saprebbe però riconoscere, eccezion fatta per molti oggetti e arredi in essa ancora presenti, fortunatamente giunti intatti fino a noi.
L’inventario ormai è quasi sbiadito perché redatto con un inchiostro molto diluito, reso diafano, quasi trasparente dal tempo, tuttavia ancora per miracolo leggibile.
La trascrizione del documento, dunque, è diventata non solo necessaria dal punto di vista archivistico per salvarlo ma soprattutto importante per la storia della Chiesa locale.
Tra le opere inventariate il “Quadrone”, raffigurante la natività della Vergine, presidia già un altare maggiore di legno dorato che con lo sfavillio del suo oro forse s’intonava meglio alla cornice di stucco dorata che ancora oggi mette nel giusto risalto la tela; non figurano, invece, i due grandi quadri di Tommaso Pollace realizzati nei primissimi anni dell’Ottocento e oggi presenti nel Cappellone.
Tra le statue era presente il simulacro ligneo del Cristo Risorto (l’Uomo Vivo, ndt) custodito su un altare riccamente addobbato.
Se solo avessimo letto con più attenzione questo documento, avremmo scoperto da tempo la sua antichità!
La statua dell’Addolorata, adornata di corona di spine e spadino, faceva parte già di un “sepolcro” in cui erano collocate Maria di Cleofe e Maria di Magdala. La statua di marmo di Maria SS.ma della Stella è puntualmente registrata.
Sono elencati paramenti preziosissimi, messali antichi, stoffe ricamate d’incomparabile valore, un “ricco faldistorio (cioè un seggio sontuoso mobile) Reale di damasco creems con guallone e frinzone d’oro” regalo del Consultore sig. Saverio Simonetti; un orologio a pendolo, collocato nell’aula capitolare, preziosissimo arredo per quel tempo.
L’inventario, in effetti, era stato già notato da Padre Ignazio La China, il quale nel suo testo “Appunti per una storia della pietà popolare a Scicli-Primo Quaderno-Le Feste del Signore” ne dava una trascrizione parziale a pag. 212.
Tra le opere inventariate e puntualmente trascritte da lui risulta quel “quadrettino rappresentante il ritratto del nostro Confratello Benefattore Pietro Di Lorenzo Busacca sopra lastra di rame”.
Che il ritratto del “benefattore” (confrate non lo fu mai, ndt), spedito da Palermo a Scicli, fosse esposto già dalle prime decadi del Seicento nell’Aula Capitolare, è un dato acquisito. Padre La China, nel tentativo di ricostruire le peripezie del quadretto, cita nel suo articolo “Il Quadro di Busacca e il mistero della sua tomba” apparso il 25 luglio 2019 sul giornale on line www.ragusanews. com, una testimonianza scritta lasciataci dal barone Spadaro oltre a un’altra resaci dal canonico Giovanni Pacetto nel 1878, entrambe concordemente attestanti l’ubicazione dell’opera nella sacrestia della Chiesa di S. Maria La Nova.
Tra il 1902 e il 1908, scrive sempre Padre La China, il quadretto fu inspiegabilmente trasferito dalla sacrestia di S. Maria La Nova nell’ufficio di Presidenza dell’Ospedale Busacca, nosocomio realizzato con fondi dell’Opera Pia Busacca, per finire inventariato erroneamente in forza del decreto legislativo del 30 dicembre 1992 n. 502 come bene immobile dell’Azienda Sanitaria Provinciale.
Il ridicolo è stato sfiorato proprio il 23 luglio 2019 scorso quando il Dr. Aliquò, Direttore Generale pro tempore dell’Azienda Sanitaria Locale, ha “consegnato in comodato” il quadretto al Sindaco pro tempore del Comune di Scicli Prof. Vincenzo Giannone, mentre avrebbe dovuto restituirlo al suo legittimo proprietario e cioè alla Confraternita di S. Maria La Nova.
Come per tutte le opere su lastra di rame, il valore artistico del quadretto è davvero modesto, tanto più, secondo quanto ragionevolmente dimostrato da Padre La China, visto che si crede opera del pittore palermitano La Sarda, un artista pressoché sconosciuto nella Palermo del primo Seicento.
Resta invece grande il valore affettivo che non giustifica storicamente la “cessione in comodato” del quadretto al Sindaco di Scicli da parte del Dr. Aliquò né la giustifica giuridicamente in quanto il Sindaco risulta essere soggetto estraneo alla Confraternita di S. Maria La Nova, erede per testamento.
Voglio sperare che la Confraternita rivendichi con forza la proprietà del dipinto, sufficientemente provata dai documenti. Che poi, per sicurezza, il quadretto venga ancora custodito temporaneamente nella stanza del Sindaco di Scicli, poco importa.
In ogni caso, l’inventario del 1799 è un’ulteriore prova inconfutabile della presenza continuata e ininterrotta per secoli del ritratto nella sacrestia di S. Maria La Nova.
Si ringrazia Padre La China per la consulenza prestata.
Qui di seguito la trascrizione integrale dell’inventario.
INVENTARIO S.M. LA NOVA 1799
AOPB, Archivio Lavori di Corredo inventario, vol. 356
f. 615/r
Repertorio degli oggetti mobili della Chiesa dell’arciconfraternita di Santa Maria La Nuova di Scicli rimesso dai Signori Rettori.
Oggi il giorno ventiquattro Dicembre 1799 nell’aula dell’Arciconfraternita di detta Chiesa congregatosi i Signori don Pietro Paolo Beneventano, Duca don Guglielmo Maria La Rocca, Barone don Vincenzo Beneventano, e Barone don Francesco Spadaro Rettori dell’Arciconfraternita di Santa Maria La Nova di Scicli.
Per ordine dell’Illustre Consultore del Governo del Regno di Sicilia Signor don Giacinto Troysi Procuratore, Protettore e Giudice amministratore della Venerabile Confraternita di Santa Maria La Nova, erede universale del fu Pietro Di Lorenzo Busacca; con sua Officiale del 5 Novembre 1799 ci ordina passare alla confezione di un Inventario ossia Repertorio di tutti i beni mobili, Sacri Arredi, Statue, Vasi sacri, e tutto ciò che esiste dentro la nostra Venerabile Chiesa perché di proprietà della nostra Confraternita; e per non succedere smarrimento o involamento di oggetti
1 - In primis una campana grande di metallo detta campanone.
2 - Una mezzana dello stesso metallo.
3 - Una terza dello stesso metallo.
4 - Ed un campanello pure di metallo.
5 - Una campana piccola innanti la porta della Sagristia, ed un’altra piccola sopra lo stallo del Decano, e ve ne sono quattro piccole per gli Altarini, onde suonare i segni nelle Sante Messe.
6 - Numero sedici Stalli di legno di noce lavorati formanti il Coro, e numero sedici nell’Aula, meno lavorati dai primi.
7 - Un Altare maggiore di legno indorato.
8 - Un quadro nell’altare maggiore rappresentante la Natività di Maria Vergine.
f. n. 615/v
9 - Un quadro rappresentante il martirio di San Adriano.
10 - Un altro dell’Immacolata Concezione.
11 - Un altro di Maria SS. delle Milizie.
12 - Un altro della Conversione di S. Paolo.
13 - Un quadrettino rappresentante il ritratto del nostro Confratello Benefattore Pietro Di Lorenzo Busacca sopra lastra di rame.
14 - Un quadro ovale rappresentante S. Simone e Giuda.
15 - Idem rappresentante Santo Liborio.
16 - Idem il ritratto del nostro Confratello Notar Francesco Torres.
17 - Idem del Canonico David.
18 - Idem del Preposito Crescimanno.
19 - Idem del Preposito Beneventano.
20 - Numero dieci altarini di legno.
21 - Un’organo.
22 - Una ninfa grande di legno indorata per la Cappella maggiore.
23 - Numero sedici candelabri di legno dorato per l’altare maggiore, e numero quattordici vasi pure di legno dorati, e numero quattordici rame di stagnuolo.
24 - Più numero 260 candelabri mezzani e piccoli pure di legno dorati, e numero 260 vasetti pure di legno dorati con rame di talco.
25 - Numero 100 ninfe piciole di legno dorate.
26 - Un bergamo di legno colorato.
27 - Una sedia grande nel presbiterio con due seggioline di legno indorate.
28 - Numero 12 tappeti di lana e spaco per gli altari e pel presbiterio.
29 - Numero 4 confissionili di legno di abeto.
30 - Numero 4 boffettini di legno d’abeto.
31 - Una boffetta grande per l’aula.
32 - Uno stipo di legname nella Sagristia per porvi i sagri arredi e giocali.
33 - Uno sgrigno d’abete colorito.
34 - Tre casse d’abeto.
35 - Un altro sgrigno di abeto colorito.
36 - Un boffettone di legno dorato.
37 - Una cassa per la gran Croce d’argento d’abeto.
38 - Numero 4 baluardi di legname pel trasporto delle statue.
39 - Due paja di panchi per li baluardi.
40 - Un’orologio a pendola nell’aula.
41 - Il simulacro di Maria Ss/ma della Pietà con Gesù Crocifisso nel Sepolcro, Maria Cleophe, e Maria Maddalena.
f. n. 616/r
42 - La statua del Patriarca S. Giuseppe di legno pittata e dorata.
43 - La statua del nostro Signore Risorto di legno pittata e dorata.
44 - La statua di Maria Ss/ma Immacolata di legno.
45 - Una statua di marmo di Maria SS/ma la Stella.
46 - Uno scalino per l’esposizione del Divinissimo.
47 - Due scale di legno, una grande ell’altra piccola.
48 - Una croce di legno per la processione della Domenica delle Palme.
49 - Un Crocifisso di avolio con croce di legno dorata per l’altare maggiore.
50 - Numero 10 Crocifissi piccoli di legno pell’altarini.
51 - Una paraventa di abeto colorita.
52 - Un grande trave con il suo ordigno per l’angelo.
SACRI ARREDI
53 - Una Cappella di lame d’argento ricamata in oro con sue tonicelle e pianeta, ed una tovaglia dell’istesso lavoro.
54 - Più un’altra Cappella di molla ornata con galloni d’oro pure con tonacelle e pianeta.
55 - Numero 5 pianete di terzanello color latteo ornati con ricamo d’oro e seta di vari colori.
56 - Più altra Cappella con sue tonacelle e pianeta di drappo d’oro color latteo.
57 - Più una Cappa di drappo d’oro, ornata con guallone d’oro e fiori di diverso colore.
58 - Più n. due Cappe di terzanello bianco, la prima con disegno di seta di diversi colori, e l’altra con guallone d’oro.
59 - N. 8 pianete, cioè, n. 4 di drappo fiorito con guallone d’oro, una di lame d’argento con guallone d’oro, un’altra di drappo bianco fiorito, ed altre due di drappo latteo pure fiorite con numero due tonacelle anche dell’istesso colore e lavoro.
60 - Una Cappella color latteo di drappo d’oro antica ed un pedaltaro ornata con guallone d’oro.
61 - Una Cappella di drappo d’oro antico, ed un pedaltare ornate tutte con guallone d’oro.
62 - Una Cappa con due tonacelle di drappo d’oro fiorato senza stola, ornata con francia d’oro.
63 - Una Cappella di molla con gallone di argento.
64 - Due pianete di damasco con guallone d’oro.
65 - Una pianeta di molla gremes ornata con guarnizione d’oro.
66 - Num. 2 pianete di drappo senza ornamenti con sopra calice.
67 - Una pianeta ricamata d’oro ed argento di molla rossa.
68 - Num. 3 pianete di drappo fiorite con guallone di seta ed oro.
69 - Una Cappa di damasco con due tonicelle con guallone falso senza stola e manipole.
70 - Una Cappa e due pianete di fiammetta rigate verde.
71 - Un palio piccolo di terzanello rosso con francia d’oro per il Cristo risorto.
72 - Una Cappella di drappo d’oro color verde ornata con gallone d’oro.
73 - Più una pianeta di molla verde ornata come sopra.
74 - N. 3 pianete di drappo fiorite antiche con gallone di seta color d’oro.
75 - Più un’altra di drappo fiorata bianco con gallone come sopra.
76 - Un velo per il SS/mo di terzanello latteo ricamato d’oro.
77 - Due paviglioni ricamati in oro ed un’altro di seta d’oro.
78 - N. 4 portalini ricamati di sita ed oro.
79 - Una Cappella violacea fasciata di bianco ornata con gallone d’oro, un stolone e pedaltare.
80 - Una pianeta di molla con guallone d’oro.
81 - Una pianeta di drappo d’oro fiorata con guallone di argento.
82 - Altre due pianete di drappo fiorato con guallone di argento.
83 - N. 2 tonacelle di damasco con guallone falso.
84 - Più un’altra pianeta color pavonaccio con peraltare di argento falso.
85 - Una Cappella di raso ricamata d’oro con n. 3 pianete e stolone.
86 - Un baldacchino violaceo ricamato d’oro con francia pure d’oro.
87 - Più un’altro baldacchino fiorato d’oro ed argento con fascia d’argento.
88 - Più un’altro baldacchino di drappo d’oro color bianco con francia di seta ed oro.
89 - N. 16 stole ricamate di oro ed argento di diversi colori.
90 - Una Cappella di damasco nero con guallone d’oro.
91 - Una pianeta ricamata d’oro.
92 - Più una Cappella di damasco nero pero guarnuta con guallone di seta ed argento.
f. n. 616/v
93 - Una pianeta di damasco ornata con guallone di seta bianco.
94 - più n. 4 pianete di raso ornate con guallone d’argento, uno manto due sopracalici, e due borse.
95 - N. 10 tovaglie di seta cremes, numero 3 di seta bianca, ed una color violaceo.
96 - N. 4 Missali foderati di damasco, due guarniti d’argento, e due d’oro per Requiem.
97 - Più altri due foderati di corallo nero con ornamento d’argento più usate per giornata n. sej.
98 - N. due messali foderati color cremis, uno ricamato in oro e l’altro di velluto con scudi di argento.
99 - Più altro con fodera di argento e n. 10 per giornata.
100 - Cammise di parata ricamate n. 3, più detti n. 4 con ornamenti di Canè (canetè, ndt) riccamati, più altre due di marletta, più altro con guarnizione di licchi gnacchi, più altri due con guarnizione di mosolini fiorito più altro con ornamento riccamato per parata, più n. 18 con guarnizioni diversi per giornata.
101 - Tovaglie bianche cioè n. 3 guarnita con strataglio di mosolino per parata, più dette n. 6 con guarnizione, più n. 16 usate.
102 - Cingoli di parata n. 10, più detti per giornata n. 16.
103 - Tovaglie di lavatojo per festa riusate n. 3, più n. 2 per giornata, e n. 7 corporali ornate, più dette per giornate n. 10.
104 - Un ricco faldistorio reale di damasco creems con guallone e frinzone d’oro complimentato alla Chiesa dal Consultore Sig. Saverio Simonetti.
ARGENTO
105 - Una Croce capitolare, una sfera, una Croce d’argento ornata intieramente con Sacri Relique di moltissimi Santi, n. 4 calici, le cui coppe e patene indorate, n. 2 pissiti le di cui coppe indorate, un’ostenzorio per le relique, incenziere e navetta, la Mazza Capitolare, un’Ostiario, due imbolline ornate di argento di trafilo, due medaglie per le Cape, una indorata ell’altra di argento, n. 2 corone di spine, una pell’addolorata, el’altra pel Cristo, due sandole dell’addolorata ed uno spatino, un sicchietto con suo aspersorio, e la Sacra Arca.
106 - Un braccio con le sacre reliquie di S. Adriano, più n. 3 Carte di Gloria foderate d’argento, una croce di legno foderata di argento con il Cristo di rame indorato.
Fatto e chiuso l’anno come sopra
Li Rettori
Pietro Paolo Beneventano
Guglielmo Maria La Rocca
Barone Vincenzo Beneventano
Francesco Spadaro

CREDITI
AOPB, Archivio Lavori di Corredo inventario, vol. 356
Barone Giuseppe, L’oro di Busacca, Sellerio Editore Palermo, 1998
Carioti Antonino, Notizie storiche della Città di Scicli, Voll. I e II, Ed. Comune di Scicli, 1994
La China Ignazio, Appunti per una storia della pietà popolare a Scicli/Primo quaderno le feste del Signore, Editrice Sion, 2008
SITOGRAFIA aggiornata al 3.7.2020
Il quadro di Pietro Di Lorenzo Busacca in comodato al Comune
La China Ignazio, Il quadro di Busacca e il mistero della sua tomba, 25.7.2019
Sicilia- Legge 5/09 - Art. 8 cessione e costituzione
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