Ragusa - Il Tribunale collegiale di Ragusa (Vincenzo Panebianco, Maria Rabini e Francesca Aprile) ha condannato l'ingegnere Guglielmo Spanò, già caposettore del Comune di Scicli (in quiescenza dal 1 luglio 2020), a tre anni di reclusione per tentata concussione, oltre alla interdizione dai pubblici uffici, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento alle parti civili da quantificare in separata sede. Assieme a lui è stato condannato a un anno anche Rosario Liuzzo, dipendente comunale dell'ufficio tecnico, per il reato di abuso di ufficio. Pene superiori rispetto a quelle richieste dal pm Santo Fornasier, che aveva invocato la condanna a due anni e sei mesi di reclusione.
Secondo la pubblica accusa nel 2009 una famiglia di Scicli ottenne la concessione edilizia per la casa a mare nella proprietà confinante con quella di Spanò e delle sue sorelle nel territorio comunale. Da qual momento sarebbero iniziati una serie di incontri, che il piemme ha ritenuto “intrattenimenti poco giudiziosi” per cercare un’intesa giacchè il progetto prevedeva una balconata aggettante che «infastidiva i dirimpettai» e la famiglia dell’ingegnere capo, pare volesse un accesso più agevole.
Una sorta di pressione psicologica che sarebbe sfociata nel consiglio diretto di Spanò ai vicini di casa, la famiglia di un noto farmacista sciclitano, pronunciato in tono «preciso, puntuale, freddo e scostante, non amichevole» di non costruire ma di vendere la proprietà alle sorelle. L’accusa ha più volte rimarcato il valore evocativo che il ruolo di ingegnere capo del Comune poteva incutere nella controparte, un “consiglio” che avrebbe fatto leva sulla sua funzione.