Scicli - Da un decennio viveva a Donnalucata di Scicli, con la moglie, per lunghi periodi dell'anno. E' morto oggi, all'età di 83 anni, il grande archeologo italiano Mario Torelli. Docente di Archeologia e Storia dell'Arte greca e romana all'Università di Perugia, era stato allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli e di Massimo Pallottino.
Curatore scientifico del Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona, ha insegnato anche a Cagliari. Nato nel 1937 a Roma, Torelli è stato il curatore della mostra sugli eroi dell'Iliade al Colosseo, di quella sulla civiltà etrusca a Palazzo Grassi a Venezia ed era anche accademico dei Lincei.
Durante la sua lunga permanenza a Scicli si era occupato di alcuni temi emergenti dell'archeologia in questo lembo di Magna Grecia, in particolare con riferimento alla vicenda dei killyrioi, ovvero i servi della gleba siciliani, assoggettati e ridotti in schiavitù dai greci, vinti siciliani vissuti tra il VI e IV secolo a.C..
Da tempo e nell’ultimo periodo stava lavorando, in qualità di curatore, al progetto di una grande mostra su Pompei e Roma, che a breve avrebbe inaugurato nelle sedi di Pompei e del Colosseo.
Un archeologo dalle importanti scoperte (come Gravisca, porto di Tarquinia) e fondamentali ricerche, grande maestro di intere generazioni di studenti che affascinava e motivava per il suo modo di fare lezione intrecciando arte, artigianato, storia politica, sociale ed economica, e di tanti allievi accompagnati lungo il percorso di prestigiose carriere.
Accademico dei Lincei, Premio Balzan, studioso di vastissime conoscenze e di grande capacità critica che gli consentiva di mettere in relazione dati archeologici con fonti letterarie ed epigrafiche secondo un approccio moderno e originale, sempre estremamente rigoroso. Quale professore di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana ha insegnato in diverse Università italiane e straniere -da ultimo, quest’anno presso la Scuola Superiore Meridionale di Napoli - affrontando i principali ambiti della cultura antica, dal mondo greco a quello etrusco e a quello romano, tracciando un percorso unico nella ricerca archeologica, diventando così un punto di riferimento imprescindibile per generazioni di studiosi delle culture antiche.