Tra le persone che lo scorso 30 settembre hanno aggredito Piero Longo sotto casa, nel centro storico di Padova, mandandolo in ospedale, c’era anche la figlia della ex compagna, oggi 31enne, che ha raccontato di aver partecipato al pestaggio con due amici - facendogli da “palo” - per vendicarsi delle violenze sessuali subite dall’uomo quando aveva solo 16 anni.
L’ex avvocato di Silvio Berlusconi, armato di pistola, aveva anche sparato due colpi in aria davanti al portone, ma era stato disarmato e picchiato a calci e pugni dal gruppo. Proprio da quell’episodio - secondo quanto riporta il Corriere della sera - è partita l’inchiesta della magistratura veneta che potrebbe portare alla pesantissima accusa ipotizzata dalla Procura nei confronti dell’ex senatore di Forza Italia. I responsabili dell’agguato sono imputati di lesioni e rapina, ma per l’uomo si potrebbe aprire adesso un secondo filone d’indagine - se le dichiarazioni della donna trovassero riscontro - in cui sarebbe lui a finire alla sbarra, per reati ben più gravi.