Attualità La decisione

Scuole, si riapre il 7 gennaio: Azzolina battuta da governo e regioni

La solitudine della ministra dell’Istruzione e la doccia fredda per genitori, prof e ragazzi

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 Era tornata a farsi risentire, dopo aver incassato lo stop ai concorsi, la bocciatura sulla didattica in presenza a oltranza ed essere sparita per un po’ dalle telecamere. Il sogno di far tornare in aula i suoi ragazzi dal 9 dicembre è durato poco per Lucia Azzolina, ringalluzzita dalle parole profuse ogni giorno e anche oggi - dai colleghi di governo - sulla priorità che l’istruzione, un settore così strategico per il futuro del nostro Paese, avrebbe avuto nel mini pacchetto di concessioni preventivato alla luce del miglioramento di contagi. Sarebbe stata una bella notizia anche per le famiglie. Invece le Regioni ora vogliono che la dad - per le superiori e le altre scuole costrette finora a ricorrervi -  sia prolungata fino all’Epifania e si torni tra i banchi il 7 gennaio. Oltre due mesi di serrata che dovrebbero “riazzerare” la situazione dei contagi negli istituti, riportandola ai nastri di partenza, e che speriamo siano utilizzati almeno per implementare strutture e strumenti a disposizione di insegnanti e studenti. Alla maggioranza quasi non è parso vero di trovare finalmente una sponda alle sue limitazioni negli amministratori locali - sindaci e governatori - ed ha immediatamente accordato il posticipo della riapertura.

La Azzolina si è così ritrovata ancora una volta, di colpo, da sola a difendere la necessità di rientrare in classe già a inizio dicembre, almeno per un paio di settimane, perché alunni e docenti facessero un piccolo punto sul faticoso programma scolastico prima delle feste.  Non sarà così. A parole Italia Viva, Leu e soprattutto il suo M5S la appoggiano. "Continuo a pensare che abbiamo sbagliato a mettere al 100% la Dad nelle superiori - sostiene ad esempio la ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti -, io credo che un giorno guadagnato di didattica in presenza per questa generazione valga tutto il nostro sforzo". Anche il governatore emiliano Stefano Bonaccini si è detto favorevole alla ripresa delle lezioni tra qualche giorno. Ma nei fatti si procede altrimenti. «Rischioso aprire la scuola il 9 dicembre e chiudere subito dopo» dicono in coro comuni e regioni. Il motto delle regioni è “tutto pur di arrivare al Natale in zona gialla”, anche sacrificare ancora un po’ l’istruzione, ufficialmente per i problemi legati al pericolo di affollamento dei mezzi pubblici alle difficoltà di organizzare ingressi scaglionati contingentati. E l’obiettivo dell’esecutivo è restare a galla, evitando nuovi scontri.


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