Attualità
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03/02/2021 08:48

Conte game over, arriva Draghi: scatta il toto-ministri, cosa succede ora?

Renzi tira la corda, sipario sul premier-avvocato: l’appello disperato di Mattarella per evitare le urne col Covid

di Giuseppe Gaetano

Draghi nel 2016, durante l'irruzione di una contestatrice all'Eurotower di Francoforte
Draghi nel 2016, durante l'irruzione di una contestatrice all'Eurotower di Francoforte

 Roma – Le esplorazioni, di nomi o programmi che fossero, sono finite con una fumata nera: i partiti dell’ormai ex maggioranza non sono riusciti a trovare un accordo e a ormai più di due settimane dall’inizio della crisi di governo. Anzi, hanno perso pure un altro pezzo: il deputato 5 Stelle Emilio Carelli ha mollato il Movimento “senz’anima”, passando al centrodestra. Pare sia stato il lodo Orlando sulla prescrizione a far saltare il tavolo, o il no di Vito Crimi alla sostituzione di Bonafede e Azzolina su economia e istruzione, insomma la mancata discontinuità che pretendeva Italia Viva. Alla fine s’è scoperto che non era solo il Plan & Fund del Recovery a non andare: giustizia, scuola, Arcuri, vaccini, Tav, Anpal, reddito di cittadinanza. Si fa prima a dire su cosa andavano d’accordo, ma ormai poco importa.

Registrato il flop di Fico, Mattarella ha messo in chiaro che considera la campagna elettorale, inaugurata dallo scioglimento delle Camere, incompatibile col delicatissimo momento che attraversa il Paese sul fronte dell’epidemia Covid: non possiamo permetterci un esecutivo zoppo, a marcia ridotta, nei prossimi mesi, cruciali per votare i provvedimenti finanziari accantonati e soprattutto presentare all’Ue il piano di investimenti e non perdere il treno di soldi europei, ancora drammaticamente fermo al binario. Abbiamo visto com’è finito l’Election Day del 21 settembre scorso con 46 milioni di aventi diritto alle urne, tra referendum costituzionale ed elezioni amministrative: da 1.350 positivi al giorno a 15.200 il 21 ottobre, a 34.764 il 21 novembre. Mattarella lascia i seggi come estrema ratio e spinge quindi su un governo di “alto profilo”, tattico, politicamente neutro.

Da tempo l’ombra di Mario Draghi aleggiava invocata su Palazzo Chigi: oggi a mezzogiorno l’ex presidente di Bankitalia e Bce, salirà al Colle e accetterà il mandato. E’ stato chiaramente preavvisato prima che il capo dello Sato lo nominasse, non si farà certo la strada fino al Quirinale per dire no facendo perdere altro tempo prezioso. Non esiste in questo momento in Italia una figura con un curriculum migliore di Draghi: vedremo chi avrà il coraggio di non votargli la fiducia e chi si porterà appresso: forse Cottarelli, o magari richiamerà i prof Monti e Fornero. Il toto-ministri sui media è già partito. Sarà interessante anche osservarlo, lui così pacato e signorile, confrontarsi ogni giorno con le polemiche e i ringhi sovransti ed euroscettici di Meloni e Salvini. Un nuovo show sta per cominciare.