Ragusa - Una volta che la mutazione entra in circolo è difficile fermala, lo dimostrano le regioni italiane e i paesi già intaccate da quella nigeriana. E così mentre il commissario straordinario per l'emergenza Covid a Messina, Alberto Firenze, sta ancora eseguendo la ricerca epidemiologica dei contatti stretti del 16enne guineano positivo a questa variante Covid, sono spuntati due nuovi casi importati in Sicilia dall’Africa da altrettanti migranti di origine subsahariana sbarcati in questi giorni a Lampedusa, entrambi sequenziati al Policlinico di Palermo. Il primo, attualmente ricoverato nel capoluogo, risale addirittura all'8 marzo scorso ma stranamente ne è stata data notizia ai media solo ieri; l’altro è asintomatico ma è stato messo in quarantena prolungata, superiore alle due settimane, com’è prassi in presenza di mutazioni rare del virus.
News Correlate
Così come l’amico del ragazzino di Messina, il personale e le decine di ospiti della casa per minori che l’ha accolto dopo la fuga dagli hotspot di Caltanissetta e Pozzallo: naturalmente c’è il rischio di qualche positivo anche nel centro di accoglienza sulla costa ragusana. Scontato che seguano nuove segnalazioni: in realtà, incrociando le informazioni delle banche date internazionali, secondo Repubblica è emerso che in Sicilia sono già stati accertati 5 casi di variante nigeriana. Parliamo, ovviamente, solo di quelli verificati dalle analisi: impossibile capire quanti potrebbero essere sfuggiti alle maglie dei test. Sull’Isola è già sbarcata, dal continente nero, anche la variante sudafricana del Coronavirus, altrettanto minacciosa: dopo il presunto riscontro su un marittimo di Mazara, smentito dal diretto interessato, ne è seguito un altro qualche giorno fa su un 48enne a Palermo. Anche qui, però, si teme che i casi reali siano di più.