Catania - "La legge stabilisce con chiarezza le incompatibilità e fino a quando non arrivano a quelle leggi io, che non sono di sinistra ma notoriamente di destra, sono garantista: fino a un eventuale terzo grado di giudizio per me una persona è innocente, chi non la pensa come me è un forcaiolo". O un comunista. Così Musumeci il giorno dopo il blitz su Ruggero Razza: nel tira e molla che ha dato in bilico fino all'ultimo il ritorno dell'assessore dei "morti spalmati" alla Salute siciliana, alla fine ha vinto il tira.
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Un errore accettare le dimissioni, dopo la mezza inchiesta sui dati Covid truccati: "Mi assumo la responsabilità di avere chiesto a una persona perbene, indagata come tanti altri all'Ars, di tornare al proprio posto - dice il governatore in conferenza stampa, nella Catania del suo pupillo. L’occasione era l’inaugurazione del bando per un termovalorizzatore è stata trasformata dalle domande degli stessi giornalisti nell’occasione di una arringa difensiva: “Ho sempre detto che un avviso di garanzia non è una condanna, non lo sono neppure un rinvio a giudizio o una condanna di primo e secondo grado". "Sapeste gli applausi ieri sera al rientro dell'assessore, quanti messaggi ho ricevuto, siamo tutti felici" dice, a proposito della tenuta della maggioranza.